Tonetti spiega ai pm i 50mila euro per l’area di via Cadore: “Non era una tangente”
Proseguono gli interrogatori dell'inchiesta Mensa dei Poveri. Parla anche Petrone che respinge l'accusa di aver fatto il gioco di Caianiello: "All'oscuro delle trame con Bilardo"
Proseguono senza sosta gli interrogatori da parte del pool di magistrati titolare dell‘indagine Mensa dei Poveri. I magistrati Adriano Scudieri, Silvia Bonardi e Luigi Furno hanno ascoltato alcuni dei protagonisti del ramo varesino dell’inchiesta e, in particolare, la questione della variante al Pgt di Gallarate.
Tra questi c’è l’ex-assessore all’Urbanistica gallaratese, Alessandro Petrone, che ha spiegato ai magistrati la sua versione dei fatti, assistito dall’avvocato Concetto Galati. Proprio il difensore ha spiegato la linea difensiva adottata sostenendo che il suo cliente non ha fatto altro che portare avanti la linea politica di Forza Italia in materia di urbanistica e che la sua vicinanza a Caianiello sarebbe da interpretare con il desiderio di avanzare dal punto di vista della carriera politica in quanto il mullah è stato, fino al momento del suo arresto, il personaggio più importante del partito in provincia di Varese.
Secondo il legale di Petrone, comunque, non è possibile che la sua figura sia inserita tra i componenti dell’associazione a delinquere in quanto non avrebbe saputo nulla della presunta dazione di danaro eseguita da Piero Tonetti tramite la E.s.t.r.o. Ingegneria di Crescenti (secondo gli inquirenti per ottenere il cambio di destinazione d’uso dell’area di via Cadore-via Torino). Inoltre, una volta scoperto che c’era qualcosa che non quadrava nella manovra, se ne sarebbe lamentato con Caianiello e Bilardo ai tavolini dell’HausGarden (tutti microfonati dalla Guardia di Finanza). Si tratterebbe di una conversazione che, però, al momento non comparirebbe negli atti dell’indagine noti ai difensori.
Tonetti dal canto suo, ha spiegato ai magistrati perchè avrebbe pagato i 50 mila euro contestati alla società di ingegneria di Crescenti, giustificandolo come necessaria affinchè lo studio producesse la documentazione necessaria all’iter per il cambio di destinazione d’uso. Secondo l’avvocato di Tonetti, Cesare Cicorella, non si tratterebbe di una tangente ma di un incarico preciso in cambio di una prestazione comprovata dal lavoro svolto dallo studio ingegneristico.
Per quanto riguarda, invece, la dazione di danaro (la famosa decima) da 500 euro da parte di Paola Saporiti (assessore a Cassano Magnago) la donna avrebbe ammesso di averlo fatto a seguito delle continue pressioni da parte di Caianiello che aveva fatto ottenere alla sorella di Saporiti l’incarico di sindaco effettivo del collegio sindacale di Alfa srl. Questa sua ammissione le ha permesso di ottenere la revoca della misura cautelare dell’obbligo di firma.
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