A 300 kmh dentro il cambiamento della Cina
In trenta per la #techmission di Confindustria Lombardia e Univa tra Pechino, Shanghai e Shenzhen. I primi incontri in Kpmg, Baidu e nella sede di iFLYTEK, leader dell'intelligenza artificiale
Pechino ci accoglie con un bel sole. È domenica, ma facciamo subito un assaggio del traffico della grande capitale. La città, con oltre 24 milioni di abitanti, ci fa un bel regalo e il tanto temuto smog fa capolino solo quando la stiamo per lasciare. Non ha quel cielo perennemente grigio con cui viene presentata da anni. Qui la pianificazione urbanistica si vede in tutta la sua organizzazione. Ampi viali, tutti con le ciclabili di lato e file di alberi, siepi e aiuole colorate. Della vecchia città non resta che un ricordo in alcune piccole aree.
Per la nuova #techmission di Confindustria Lombardia e Univa in Cina siamo in trenta. Un tour tra Pechino, Shangai e Shenzhen per immergersi in una settimana alla scoperta dei profondi cambiamenti del paese asiatico. Con un miliardo e 400 milioni di abitanti la Cina rappresenta il 20% della popolazione mondiale.
I due giorni nella capitale sono serviti ad avere un primo assaggio della realtà cinese con un mix di dati e immersione in due delle più importanti aziende tecnologiche: Baidu e iFLYTEK. Primo appuntamento nella sede di Kpmg China dove Vincent Pang ha fatto una breve introduzione della realtà economica e sociale del paese.
“Il prodotto interno è pari a 13,9 trilioni di dollari e la Cina viaggia con una crescita del 6,6%. Dagli anni Ottanta la povertà è scesa verticalmente e lo sviluppo economico ha migliorato le condizioni di vita a oltre 800 milioni di persone. Di pari passo l’urbanizzazione è passata dal 19 al 51% della popolazione. Per comprendere la Cina bisogna partire dal fatto che il presidente Xi Jingping ha affermato che “non si può usare solo la crescita del prodotto per capire la qualità della vita”. Del resto la situazione sociale ha avuto e avrà una grande evoluzione. Solo per fare un esempio, nel 2020 gli ultra sessantenni supereranno i quindicenni. Nel 2040 saranno 400 milioni contro 180”. La relazione di Pang è poi entrata in una serie di aspetti fiscali e amministrativi utili per comprendere le regole cinesi per le imprese.
Sempre nella sede di Kpmg Guido Giacconi di In3ACT ha tenuto una vera e propria lezione di storia, economia, geopolitica e anche antropologia.
“Voi sarete qui una settimana e penserete di aver capito molto della Cina. Ecco, dimenticatevelo. Io sono qui da dieci anni e capisco ogni giorno di più che non conosco questo paese. Per avere un’idea di cosa animi chi governa dobbiamo sapere che il presidente Xi rappresenta la terza rivoluzione cinese dopo quella del 49 e la seconda di Deng nel 1978. Oggi si parla di normalizzazione con la consapevolezza di quello che è stata la storia.
Fino al Settecento la Cina era la prima potenza mondiale, poi il crollo economico perché non venne capita la prima rivoluzione industriale. Ora Xi non vuole perdere la quarta e non la perderà. La sua preoccupazione è di non ripetere quanto successo in Urss con una implosione del regime avvenuto di fatto in poche settimane. Con queste premesse, e considerando quello che è successo negli Stati Uniti con l’elezione di Trump, si comprende meglio il forte sistema di protezione, il grande firewall che di fatto evita l’arrivo dei social e dell’influenza digitale statunitense. Con l’ingresso nel Wto, la Cina vuole giocare un nuovo ruolo come si vede bene con il Belt and Route e il progetto Made in China 2025 con cui vogliono arrivare a essere i primi per industria 4.0. Per crescere senza i rischi della totale apertura la Cina ha bisogno di essere indipendente e il vero fulcro è l’aspetto energetico. Qui sanno che devono lasciare il carbone e passare al gas naturale. Il MiC è una sorta di complesso di leggi sul sistema industriale perché queste incentivino lo sviluppo. Ci sono dieci settori prioritari con otto misure di supporto e nove strategie specifiche”.
Giacconi poi è passato a parlare del nostro paese e delle opportunità perse fin qui. “L’Italia è l’unica realtà al mondo che ha performance di primissimo livello in tutti e dieci i settori prioritari. Purtroppo non ne abbiamo consapevolezza e non giochiamo il ruolo che potremmo mettere in campo. Questo mette in mostra tutta la nostra debolezza e correremo dei rischi enormi perché con Made in China 2025 non si torna indietro e le nostre aziende e il sistema paese anziché vivere le grandi opportunità potrebbero pagare prezzi altissimi al cambiamento nello scenario mondiale”.
Nel pomeriggio di lunedì la #techmission ha fatto tappa nella sede di Baidu, il potente motore di ricerca cinese. Zhija Zhang ha raccontato le tappe evolutive del progetto e le sue caratteristiche principali. Un esempio perfetto di come la Cina stia correndo per una digitalizzazione tutta in autonomia. “Ne abbiamo ancora di strada da fare – ha spiegato l’ingegnere supportato dai colleghi che si occupano del 5G e dell’Intelligenza artificiale – per arrivare a Google, ma ci stiamo lavorando”.
Un prodotto che ha surclassato di fatto i nostri social e i vari sistemi di messaggistica è Wechat. Qui lo usano centinaia di milioni di persone per farci di tutto, dal tenersi informati, al chattare fino a usarlo per ogni forma di pagamento.
La serata è stata dedicata ad incontrare quattro giovani italiani che vivono in Cina da diversi anni. Giulia Gallarati è la segretaria generale della Camera di commercio italiana in Cina. L’associazione privata ha cinque sedi e coordina le attività di internazionalizzazione e localizzazione delle imprese italiane in Cina promuovendone il Made in Italy. Con lei Sarah Orlando che, dopo aver studiato cinese e lavorato a Pechino per conto di Rcs, insieme a un’altra italiana, ha fondato una start up, B/Side Design. La loro piccola società si occupa di design e comunicazione.
Francesco Silvestri è professore e ricercato e da cinque anni dirige un progetto di relazioni tra le università italiane e quelle cinesi. Jacopo Bettinelli ha fondato Tech Silu per promuoverle start up italiane coordinandosi con i più importanti livelli istituzionali del paese asiatico. Oltre alla sua attività professionale da anni gestisce ABCina, un blog di informazione sull’attualità, il business e la cultura in Cina.
L’ultimo appuntamento al mattino di martedì è stato nella sede di iFLYTEK. Su ogni muro dell’azienda campeggia una scritta con la propria filosofia. “Costruiamo un futuro migliore con l’intelligenza artificiale che in futuro sarà ovunque”.
Fondata nel 1999 ha raggiunto gli 11mila dipendenti e i 9 miliardi di dollari. È un laboratorio di intelligenza artificiale che si muove in diverse aree: educazione, medicale, automotive e aspetti legati alla vita quotidiana.
Zhiyuan Hou, con le sue due assistenti, si è mosso all’interno degli spazi dedicati alla rappresentazione degli sviluppi del loro lavoro. Sono la prima azienda al mondo, secondo quanto dichiarato da Hou, in fatto di traduzioni simultanee tra il messaggio vocale e la sua scrittura e la capacità di traduzione. Una performance di qualità del 95% per il cinese e del 90% per l’inglese. Un sistema che permette di scrivere in automatico tutto quello che ascolta arrivando anche a tradurlo in tempo reale. La loro attività non si ferma a quello, ma spazia in ogni campo con una serie di applicativi che vengono ormai usati da milioni di cinesi ogni giorno.
La prima parte della #techmission si chiude con questa visita. Il trasferimento a Shanghai rappresenta un’altra esperienza dentro il cambiamento. Le due megalopoli sono divise da circa 1200 chilometri e sono collegate con l’alta velocità. La grande stazione di Pechino sembra un aeroporto. Ogni due minuti c’è una partenza per ogni zona del paese. Il nostro treno impiegherà quattro ore esatte per una distanza che è il doppio di quella tra Roma e Milano. Anche da questo si comprende il grande balzo che ha compiuto la Cina e l’orizzonte ancora più sfidante che guarda con fiducia e orgoglio.
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