“Angera ospedale tradito”, gli striscioni di Amor all’Ondoli
L'associazione annuncia una nuova protesta: "Andremo avanti e siamo disposti a fare molto di più, con noi tutti i cittadini considerati di serie B, dalla sanità varesina"
“Ondoli, ospedale tradito”. Nuove “lenzuola di protesta” all’ospedale di Angera. Le mamme di Amor che da tempo raccolgono il malcontento dei cittadini nei confronti della situazione in cui versa la struttura angerese tornano a chiedere più attenzione e servizi: “Siamo ancora in prima linea – scrivono in un comunicato diffuso in giornata – sono più di tre anni che la politica, le istituzioni, i dirigenti della sanità stanno completando la distruzione dell’Ospedale di Angera, ma la gente continua a urlarvi in faccia il proprio dissenso. Noi mamme di Amor e i cittadini in difesa dell’Ondoli abbiamo poche armi, ovviamente pacifiche, ma le useremo tutte, siamo pronte a tornare a gesti di protesta molto forti”.
Quella delle lenzuola è una forma di protesta silenziosa ma evidente, che dura ormai da tempo, fin dall’annuncio della chiusura, nel dicembre del 2016, del punto nascita e della pediatria (poi riaperti nel 2017 per poi essere richiusi nuovamente nel 2018).
Sono molte le case e le sedi di istituzioni di Angera e dei dintorni dove sono state esposte le lenzuola bianche per l’Ospedale. Le istanze riguardano in particolare l’estensione su tutta la giornata del servizio di assistenza pediatrica che oggi, all’Ondoli, è garantito soltanto fino alle 16.
“Abbiamo ricevuto – continuano le mamme dell’associazione – la richiesta scritta, da parte della direzione dell’Asst Sette Laghi, di rimuovere gli striscioni esposti due sere fa in ospedale: siamo stati noi di Amor, certo, ma non rimuoveremo proprio nulla. La dottoressa Salzillo, della direzione medica, ha impiegato pochissime ore, dall’esposizione degli striscioni, a scriverci. Una richiesta immediata. Ebbene, noi invece, per fare un esempio, è dall’11 aprile che attendiamo di poter donare un’apparecchiatura già pagata e richiesta dai medici, un elettrostimolatore per le donne in cura presso i reparti di Ginecologia e Ostetricia: da due mesi e mezzo facciamo anticamera per una piccola donazione già pronta. Da sei mesi, abbiamo chiesto di essere noi di Amor promotori del rilancio della struttura, promuovendo tutti i reparti e gli ambulatori funzionanti, ma abbiamo ricevuto lo stop dall’Asst Sette laghi: su Angera non c’è niente da promuovere, l’ospedale deve svuotarsi”.
“Da sei mesi attendiamo di poter incontrare il direttore generale Gianni Bonelli, ma da lui nessuna notizia. Da sette mesi attendiamo che l’ospedale di Angera venga riconosciuto con pari dignità rispetto agli altri ospedali dell’Asst, come ci avevano assicurato i dirigenti e il presidente della Commissione sanità, Emanuele Monti, ma invece rimane un “sotto-ospedale” di Cittiglio, senza risorse. Sono sei mesi che alla gente del territorio vengono negati gli appuntamenti presso l’ospedale di Angera, da un centro prenotazioni che evidentemente ha il compito di svuotare gli ambulatori angeresi. Sono molti mesi che i malati di tumore del territorio attendono servizi e terapie che ad Angera sono stati cancellati brutalmente. E’ da un anno che aspettiamo un servizio dignitoso di Pediatria h24 su un territorio completamente sguarnito. Da oltre sei mesi attendiamo anche il millantato potenziamento del Pronto soccorso, decantato e annunciato dai politici, in primis dal consigliere regionale Colombo. Da due anni attendiamo un progetto serio e concreto di rilancio della struttura, dopo che abbiamo sottoscritto un Patto tra 74 associazioni del territorio, e dopo aver ricevuto rassicurazioni dall’assessore al Welfare, Gallera. Assistiamo, invece, a un ridimensionamento costante in tutti i reparti: con laboratorio analisi e radiologia a rischio. Poche ore e si mobilitano, i cari dirigenti Asst: per alcuni striscioni che danno fastidio. Non per dare risposte serie e ridare dignità al nostro ospedale. Andremo avanti con la protesta e siamo disposti a fare molto di più, con noi tutti i cittadini considerati di serie B, dalla sanità varesina”.
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