Cavalca, parlano i dipendenti
I lavoratori dello storico magazzino di Arcisate raccontano cosa è successo da quando l'attività è passata di mano
Ne abbiamo contattati diversi, ma i dipendenti Cavalca in questi giorni complicati preferiscono non esporsi singolarmente. Parleranno tutti insieme – dicono – durante il presidio in programma giovedì mattina.
Però, per dare su questa complicata vicenda anche il loro punto di vista, hanno inviato a Varesenews il loro racconto di cosa è successo da quando lo storico magazzino di Arcisate è passato di mano. Vi proponiamo questo documento integralmente.
«Era il 10 dicembre quando in una riunione apparentemente ordinaria, della durata di 15 minuti, la famiglia Cavalca ci comunica che la società è stata venduta con un accordo concluso giorni prima. Conosciamo il signor Mauro Balconi, il nuovo proprietario, che subito ci rincuora dicendoci: “State tranquilli, non vi accorgerete di questo cambiamento”. Col passare dei giorni, nonostante le promesse di continuità e di nuovi progetti, i dipendenti in prova o in scadenza di contratto non venivano riconfermati. Da quel momento si è passati da società in società fino a ritrovarci dipendenti di una semplificata con un capitale sociale di 2.900 €. Alla fine di marzo veniamo distaccati ad una nuova società che subentra nei due punti vendita e che si fa carico di quasi tutto l’organico. Ci ritroviamo il 9 maggio in una riunione richiesta dal sindacato e da noi dipendenti per chiedere chiarezza sul pagamento dei nostri stipendi di aprile che le due società ci rimbalzavano. Accordo trovato ma in quello stesso momento venivamo informati che verrà aperta la procedura di licenziamento collettivo che riceveremo il 14 maggio.
Il 28 maggio, durante un incontro in Ascom il signor Balconi ci informa di essere stato truffato e che tutto quello che sta accadendo è colpa della società da lui scelta per collaborare. Un’accusa che crediamo debba essere chiarita tra loro nelle sedi opportune.
Lo stesso giorno ci informa della poca disponibilità di denaro che non basta per coprire le mensilità di giugno e luglio (mesi che per burocrazia dobbiamo lavorare) insieme a 13esima, 14esima e ferie arretrate, e al Tfr che dice non essere stato lasciato dalla Cavalca srl.
In quel momento, consci del mancato rispetto dei nostri diritti, abbiamo informato il signor Balconi che avremmo preso provvedimenti anche a livello mediatico.
Detto questo nessuno di noi giudica le scelte di un imprenditore di chiudere o cedere una società, licenziando i suoi dipendenti, ma la totale mancanza di trasparenza con cui tutto è stato svolto e gestito.
Con lo sciopero di giovedì 6 giugno dalle 10 alle 12.30 chiederemo a gran voce l’adempimento di ciò che ci spetta. Siamo noi, ancor prima di chiunque altro, a chiedere che sia fatta al più presto luce su questa contorta vicenda. E faremo tutto il possibile affinché vengano rispettati i nostri diritti».
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