Cgil: «Anche Varese ha scritto lo Statuto dei lavoratori»
"Dallo statuto alla carta 50 anni di lotte del sindacato varesino". Una mostra e un video-documentario della Cgil per guardare al futuro
«Non bisogna dare nulla per scontato, soprattutto quando si parla di diritti». Il commento laconico di un ex dirigente della Cgil varesina, rivolto a un momento storico in cui si tende a rimettere in discussione tutto, è la cornice perfetta di una mattinata intensa che si è svolta alla Sala Montanari dove la Camera del lavoro ha organizzato un incontro dal titolo “Dallo statuto alla carta 50 anni di lotte del sindacato varesino“. Un percorso che guarda al futuro partendo da quanto è stato fatto grazie a una mostra, realizzata in collaborazione con l’Archivio di Stato e con il patrocinio del comune, che ha raccolto la documentazione storica del periodo 1969/1970 relativa alla partecipazione attiva di Varese nelle lotte sindacali di quegli anni. (nella foto, da sinistra: Lelio Demichelis, Elena Lattuada, Umberto Colombo e Claudio Critelli)
Un altro documento prezioso, che testimonia il ruolo attivo avuto da Varese in quegli anni, è il film documentario presentato in apertura dell’incontro con interviste e testimonianze dei protagonisti di allora. Una scelta azzeccata quella fatta dalla Cgil perché lo Statuto dei diritti dei lavoratori, il cui padre fu il giuslavorista Gino Giugni, l’anno prossimo compirà 50 anni. Un capitolo fondamentale non solo per l’emancipazione della classe operaia ma per l’intera società italiana. A partire da quel lontano 20 maggio 1970, anno in cui venne istituito con la legge numero 300, lo Statuto permise alla costituzione italiana di entrare nelle fabbriche aprendo al contempo all’intero Paese la strada di una crescita civile che lo allineava alle democrazie europee più avanzate.
«A Varese ci sono state battaglie fondamentali combattute dalla Cgil e dal sindacato – ha detto Umberto Colombo, segretario della Camera del lavoro provinciale – per esempio per il diritto allo studio dei lavoratori. Pensiamo all’importanza delle 150 ore provvedimento che ha permesso a milioni di lavoratori di completare gli studi. A Varese abbiamo anticipato rivendicazioni che poi sarebbero state affrontate a livello nazionale, dall’organizzazione nelle fabbriche per migliorare le condizioni di lavoro e per un miglior salario. A 50 anni dalla nascita dello Statuto dei lavoratori, molti di questi diritti fondamentali vengono rimessi in discussione».
La Cgil che ha una proposta di legge di iniziativa popolare, la Carta dei diritti universali del lavoro, e un piano straordinario per il lavoro, vuole dunque aprire una discussione a partire dai territori.
Oltre a Umberto Colombo, sono intervenuti: Davide Galimberti, sindaco di Varese, Claudio Critelli, direttore dell’Archivio di Stato di Varese, Lelio Demichelis, sociologo e professore universitario all’Insubria di Varese, e di Elena Lattuada segretario generale della Cgil Lombardia.
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