Dalle stazioni alla ciclabile, Varese cambia dalla mobilità

Dal piano stazioni alla ciclabile, dalla canottieri all'area Ex Enel: c'è un filo rosso che unisce molti territori della città che cambia: eccoli nella prima tappa di territori in tour

La tappa di Varese di “Territori in tour” non poteva che partire dalla nuova mobilità che in questi ultimi anni si sta insinuando, sempre più profondamente, nella città con l’intento, nemmeno troppo nascosto, di rivoluzionarla.

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A partire dalle sua principale “grande opera”: il Piano Stazioni che ha portato da Roma a Varese circa 18 milioni e che dovrebbe rendere quella che ora è una zona pressocchè degradata ai bordi del centro la vera porta d’accesso della città.

«Il progetto dell’area stazioni è partito con i lavori di RFI alla stazione dello Stato, ma coinvolgerà le due principali stazioni varesine e l’area di piazzale Kennedy, per far si che questa diventi la vera e propria porta principale della città – spiega Andrea Civati, assessore all’urbanistica del comune di Varese – E gli effetti di quest’opera vogliono espandersi oltre ciò che verrà effettivamente realizzato da noi. Io descrivo questo progetto come una mela: dove il nocciolo è ciò che viene realizzato grazie all’investimento pubblico, ma la polpa sarà data dagli investimenti dei privati che avranno interesse a rigenerare pezzi di città: penso, tra gli esempi che si possono già vedere, al parcheggio multipiano dell’ospedale del Ponte, all’area ex Enel che diventerà un agglomerato commerciale e di servizi, al parcheggio di via Carcano».

Territori in tour: Varese, primo giorno

Lo scopo del piano stazioni quindi, è non solo rendere Varese un piccolo hub ferroviario tra Milano, Como, il lago Maggiore, Malpensa e la Svizzera Italiana: ma anche fare da volano per nuovi investimenti sulla città, partendo dalle aree del centro più degradate.

Come nel caso dell’Ex Enel, che dopo molti anni di chiusura del grande comparto alla fine di viale Belforte, nel quartiere di Biumo, ora è un grande cantiere, che porterà non a un semplice “contenitore di supermercati” ma a un vero e proprio agglomerato commerciale ai bordi del centro storico del quartiere.

« L’intervento che è stato fatto è quello di recuperare questi edifici ancora staticamente in buone condizioni, e ridare un pezzo di un’area letteralmente chiusa ai residenti – spiega Manuela Brusa Pasquè, direttore lavori del progetto – Tant’è vero che la prima cosa che è stata fatta è stata demolire i muri di recinzione»

Un intervento che ha attirato capitali da fuori città: «Stiamo lavorando a Brescia, Milano e altri centri del Nord Italia – spiega infatti Martin Klapfer della Maxima Bau di Bolzano, che investe in diversi immobili dismessi dall’Enel – Nella maggior parte dei casi abbiamo riqualificato costruendo abitazioni. Qui a Varese abbiamo fatto un lavoro diverso, riqualificando gli spazi per attività commerciali». 

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Il punto di partenza è, comunque, una nuova organizzazione dei mezzi pubblici e della mobilità alternativa alle auto: tant’è vero che il progetto vede tra le realtà che cambieranno, la stazione degli autobus con le sue biglietterie: «Varese si sta coraggiosamente attrezzando per un maggiore utilizzo dei mezzi pubblici – spiega il responsabile relazioni esterne di Autolinee Varesine Marco Regazzoni – Anche pensando a una stazione degli autobus più confortevole, compresa nel piano stazioni. Con la nuova stazione dei bus per chi prende questi mezzi ci sarà un respiro più umano, più europeo».

Un respiro più europeo è quello che permette «Una ciclabile mista, urbana e turistica, che può servire a chi usa la bicicletta per spostarsi verso il luogo di lavoro, ma anche a chi sta percorrendo la via Francisca o vuole vedere un angolo particolare della città di Varese – racconta l’assessore all’ambiente Dino de Simone, davanti al tratto più tipicamente cicloturistico della nuova Ciclabile Stazioni-Lago – La ciclabile, che ha pochi mesi ed è stata realizzata con i fondi di Regione Lombardia e Comune di Varese, è pensata per collegare una reta di altre ciclabili che tendono verso il lago maggiore da una parte e la valle Olona, e Milano dall’altra, provando a venire incontro non solo a chi vuole fare una gita nel verde ma anche a quel turismo, prevalentemente nord europeo, che di chilometri in bicicletta non ne fa decine, ma centinaia». 

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Il turismo è una parola pronunciata più volte anche dal direttore generale della Canottieri Varese, Pierpaolo Frattini, che ha raccontato come dall’arrivo delle gare sul Lago anche l’impatto turistico sia profondamente cambiato nella zona: «Una volta non c’era una grande interazione tra Varese e il suo lago. ora invece, al di là degli eventi specifici ormai da qui passano durante l’anno circa 9000 persone, anche grazie agli accordi stretti con Società sportive internazionali. Senza contare l’impatto della ciclabile, che ha portato molte persone a vivere maggiormente il nostro lago». 

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Un lago che merita di essere protagonista della nuova vocazione turistica della città ma che parte da una situazione di profonda sofferenza, nata con il boom economico del dopoguerra: «Mia nonna mi diceva che quand’era piccola beveva l’acqua del lago – spiega l’assessore regionale all’ambiente Raffaele Cattaneo – Senza pretendere di ritornare alla situazione prima dell’industrializzazione, in questi ultimi anni è stato fatto comunque molto: Se prendiamo la presenza delle particelle di fosforo abbiamo avuto un drastico calo anche se abbiamo ancora lavoro da fare. Il lago è un patrimonio importante per i varesini e per il turismo che può generare, e se non possiamo renderlo bevibile, renderlo balneabile è un obiettivo alla portata».

Insieme al verde e il lago, è la cultura che può fare da attrazione internazionale per i turisti di tutte le età, e a Varese non manca:«Siamo non solo in un bene Fai nella sede di una importantissima collezione internazionale, uno dei maggiori luoghi di cultura del Fai, che vede un continuo aumento di visitatori e un’attenzione ben al di là dell’Italia – spiega Giuliano Galli, area manager Fai Lombardia Prealpina, dalla splendida villa Panza – E stiamo cercando di allargare l’offerta culturale di Villa Panza a più fasce di visitatori: in particolare ai giovani, che sono dei grandi fruitori di arte contemporanea. Oggi, per la maggior parte, i visitatori arrivano, oltre che dalla nostra zona, anche da Milano e dal Piemonte: ma penso che villa Panza sia molto importante in un sistema di realtà culturali nel Varesotto, e se facessimo tutti insieme rete nel territorio, unendoci a livello di cultura e di turismo, potremmo permettere a questa zona di spiccare il volo, aumentare le presenze dei turisti a Varese e dintorni, ed essere una valida alternativa al turismo dei laghi Maggiore e di Como». 

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Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

Il web è meraviglioso finchè menti appassionate lo aggiornano di contenuti interessanti, piacevoli, utili. Io, con i miei colleghi di VareseNews, ci provo ogni giorno. Ci sosterrai? 

Pubblicato il 25 Giugno 2019
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