Fratus e la nomina nel cda: “Non deve essere seria e preparata. Deve fare quello che dico”
L'intercettazione fa parte di una conversazione con Gramegna e riguarda la nomina di un consigliere di amministrazione donna nel cda di Aemme Linea Distribuzione. Crolla la tesi del "bene della città"
«Non deve essere per forza una donna seria e capace…[deve essere] una che conosciamo, che se gli diciamo di fare A faccia A». Così si esprimeva il sindaco (non più dimissionario) di Legnano, Gianbattista Fratus, al telefono con il segretario cittadino della Lega Mirko Gramegna che, a quel punto, propone la moglie: «Potrebbe farlo mia moglie?» – risponde e Fratus specifica «Aspetta che verifico il compenso per capire se ne vale la pena».
Questo il tenore della conversazione tra i due nell’ottobre del 2018, nella quale si parla della sostituzione di un consigliere di amministrazione della società Aemme Linea Distribuzione che fa parte della galassia Amga e si occupa della distribuzione del gas. Le dimissioni della consigliera, che Fratus intendeva sostituire, arrivano a marzo del 2019 ma la nomina della sostituta non è stata poi effettuata.
L’intercettazione è stata depositata dal pm titolare dell’indagine Nadia Calcaterra a sostegno del secondo parere negativo in merito alla richiesta di attenuazione delle misure cautelari avanzata dal legale di Fratus e respinta dal giudice Piera Bossi.
L’intercettazione mette in luce come in questa come in altre nomine, siano esse politiche o tramite concorso, la motivazione di fondo non fosse propriamente «il bene della città» ma l’obbedienza assoluta alla volontà del sindaco e della sua maggioranza.
Per i tre principali indagati dell’inchiesta, dunque, le misure emesse dal giudice Piera Bossi rimangono invariate e la revoca delle dimissioni di Fratus potrebbe anche peggiorare la situazione poichè un suo ritorno a Palazzo Malinverni sarebbe visto dagli inquirenti come la possibilità concreta di reiterare il reato. Una scelta che potrebbe danneggiare anche le future richieste di cessazione della misura cautelare per Maurizio Cozzi, attualmente in carcere, e Chiara Lazzarini, ai domiciliari.
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Italiani, avete consegnato il paese in mano a questa risma di gente che nemmeno si prende il fastidio di cercare di allontanarsi da questi comportamenti ma che anzi, sull’onda del garantismo ad-personam, li difende a spada tratta come se tutto rientri nella più completa normalità.