“La regola del lupo” piace ai varesini
Va a ruba il nuovo giallo di Franco Vanni, che è tornato a Varese per presentarlo alla Ubik, con due suoi colleghi e amici, Cristina Bellon e Mario Petitto

Franco Vanni è tornato a Varese con un nuovo giallo, “La regola del lupo” (Baldini+Castoldi Editore), ospite della Libreria Ubik.
Giornalista di Repubblica, docente al Master di Giornalismo dell’Università Cattolica, questa volta si è cimentato in un caso davvero difficile, mettendo in campo la sua esperienza di cronista di nera e di giudiziaria. Già il titolo la dice lunga sul mistero da scoprire. Quale sarà la regola del lupo?
A intervistarlo, due suoi colleghi e amici, Cristina Bellon e Mario Petitto, che la sera del 6 giugno si sono rimbalzati la palla per mettere a dura prova lo scrittore. Ma Vanni si è abilmente sottratto ai loro tranelli, tesi a smascherare il colpevole dell’omicidio.
Due spari e quella che doveva essere una tranquilla gita in barca tra vecchi amici si trasforma in una tragedia. Filippo Corti, detto “il filippino” viene ritrovato morto sul tender della sua imbarcazione il giorno del suo quarantesimo compleanno. A bordo con lui i suoi tre “migliori” amici e nessun altro. Insomma, è l’enigma della camera chiusa, anche se in queste pagine l’autore ha scelto una barca.
Chi ha sparato? E con quale movente? A indagare Steno Molteni, che avevamo conosciuto nel libro precedente di Vanni, il “Caso Kellan”. Steno è un giovane cronista di nera col fiuto dell’investigatore, bellagino trapiantato a Milano che vive in albergo e guida una Maserati Ghibli. Si era ripromesso di non frequentare giornaliste, poliziotte e avvocatesse. Peccato che negli ultimi tempi si è trovato a dividere la sua camera con Marta, la bionda penalista che abita “sulle colline che sovrastano Varese”.
Sul palcoscenico di questo giallo, insieme a Steno, c’è Sabine, splendida trentatreenne milanese di origini eritree e fotografa di redazione, Raffaele Cinà, detto Scimmia, agente scelto in polizia alla squadra mobile, e il giovane siciliano capo della pattuglia di ricerca, Salvatore Cinà, detto Lupo.
Un libro da fiato corto, andato a ruba prima ancora della data di presentazione. Parola dei librai della Ubik di Varese.
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