I mali del Del Ponte non sono solo i parcheggi
Le critiche mosse da Emanuele Monti al cantiere del parcheggio inducono a riflettere sulle difficoltà che sta vivendo l'intero polo
Il futuro dell’ospedale Del Ponte è ancora incerto. A due anni dall’inaugurazione del nuovo padiglione Michelangelo, finito e consegnato nel dicembre del 2015, si parla ancora di progetto da completare.
Mancano due dei 4 nuovi reparti previsti di un’opera costata oltre 40 milioni di euro. I tempi sembrano stabiliti: “entro fine anno”, ma molte sono le incognite aperte: il direttore generale ha appena firmato la delibera per l’assunzione di 6 nuovi pediatri ma la terapia intensiva pediatrica ha bisogno di personale specialistico. Di anestesisti non se ne trovano. Anche alcuni di quelli attualmente in servizio hanno già pronte le valigie per migrare in altre sedi. Lo stesso avviene per due chirurghi pediatrici dell’equipe del dottor Gentilino.
Non c’è nulla di vietato nelle decisioni dei medici che chiedono di andare via: sono tante le variabili alla base di queste scelte, da quelle economiche a quelle scientifiche o semplicemente personali. Ma, cosa manca a questo ospedale per essere attrattivo? Il Del Ponte è inserito nella rete pediatrica lombarda, uno dei 5 punti di riferimento lombardi.
Il dottor Gentilino ha una fama meritata e consolidata e la sua direzione dovrete essere un valore indiscusso per giovani specialisti che vogliano crescere. L’asst Sette laghi ha pubblicato un nuovo bando per cercare un chirurgo peditrico con contratto per dodici mesi. Normale attività per un’azienda ospedaliera ma il clima in piazzale Biroldi è di nuovo pesante.
Il presidente della Commissione Emanuele Monti è intervenuto denunciando la lentezza dei lavori per il parcheggio che la giunta varesina ha autorizzato in via Michelangelo. Uno slittamento di mesi a fronte di un’immobilità che per anni si è registrata sul tema parcheggi attorno al Del Ponte, anche quando il cantiere dell’ospedale doveva ancora partire e durante i lavori. Anni di immobilismo quando la giunta era guidata dall’allora sindaco Attilio Fontana.
E non è che le soluzioni non ci fossero: se ne proposero molte e sempre molte discusse e quindi archiviate. Anche l’attuale area era stata indicata ma solo recentemente si è concluso l’iter amministrativo ed è stato aperto il cantiere.
Nella sua nota, il presidente Monti parla anche di “ragionamenti per il terzo lotto”, una definizione generica per uno sviluppo che per ben tre volte la giunta lombarda ha dichiarato di voler realizzare, tranne poi non destinare mai un euro.
Tanti, troppi segnali che indicano una mancanza di visione e prospettiva. Non emerge chiaramente lo sforzo di proseguire, una volontà chiara di superare i tantissimi problemi che affliggono la sanità in generale. E quella varesina in particolare.
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