Ospedale, i sindaci: “Tante promesse, troppi problemi irrisolti”
I sindaci dell'ambito territoriale di Sesto Calende tornano sulle criticità dell'Ondoli e ribadiscono l'importanza della struttura per il territorio
“Troppe criticità irrisolte”. I sindaci dell’ambito territoriale di Sesto Calende tornano a chiedere attenzione per le sorti dell’Ospedale Ondoli. Lo scorso 12 giugno sono ripresi i lavori del tavolo di confronto sul tema Ospedale di Angera tra i rappresentanti delle amministrazioni locali del territorio (Angera, Cadrezzate con Osmate, Comabbio, Ispra, Mercallo, Ranco, Sesto Calende, Taino, Ternate, Travedona Monate, Varano Borghi, Vergiate) e le dirigenze di ASST SETTE LAGHI E ATS INSUBRIA.
I primi cittadini della zona hanno sottolineato i troppi i punti ancora aperti e non risolti, nonostante le ripetute promesse di potenziamento del Carlo Ondoli, recenti interventi in riduzione e decisioni in stallo rischiano di mettere a repentaglio i servizi del nosocomio angerese. Da qui la decisione di scrivere alla Regione e alle dirigenze di ATS Insubria e Asst Sette Laghi, per chiedere una risoluzione di diverse criticità in essere.
I Sindaci del piano di zona di Sesto Calende nella lettera spedita alle istituzioni infatti rilevano come purtroppo la fase del passaggio di funzioni dell’ospedale di Angera nell’ambito della ASST Sette Laghi ancora non si è completata. Questo sta creando diverse disfunzioni: dalle agende di prenotazione visite presso il presidio che non sono ancora attive per diverse discipline, a discipline non ancora riattivate; fino alla nomina mancante di diversi responsabili di servizio in loco (medicina, chirurgia, pronto soccorso, radiologia, gastroenterologia). Su molte discipline si è ancora supportati da dirigenti esterni al presidio.
La veloce soluzione a queste mancanze è stata segnalata dai sindaci come importante, poiché lo stato di prolungata indeterminatezza induce il personale medico a cercare opportunità diverse. Perdite di risorse sono già avvenute e il fenomeno non è in via di conclusione.
I sindaci riformulano di nuovo le stesse richieste fatte negli incontri precedenti: l’attivazione in tempi brevi di tutti gli ambulatori esistenti e la nomina dei responsabili di struttura già previsti in pianta organica. Auspicano che non vi siano ulteriori ridimensionamenti e che non vengano definiti altri trasferimenti di servizi e personale.
Le proposte dei sindaci al piano aziendale
I sindaci ribadiscono la proposta già elaborata in accordo con le precedenti dirigenze ATS e ASST, sulla base di studi epidemiologici condotti congiuntamente e delle esigenze territoriali emerse:
- pronto soccorso attivo con tutti i reparti e servizi previsti per il suo buon funzionamento. Quindi superamento delle emergenze, risoluzione delle criticità e nomina del responsabile;
- un reparto medico e uno chirurgico, con dirigenze di struttura complessa per ognuna delle due aree;
- recupero delle professionalità, delle discipline e attività mediche specialistiche;
- definizione dell’assetto del reparto polichirurgico e delle attività chirurgiche, ortopedico-traumatologiche, ginecologiche e urologica di bassa intensità;
- attivazione dei 12 letti di riabilitazione generale geriatrica, già accreditati dalla Regione;
- attivazione di letti di post-acuti e indirizzo riabilitativo, per soddisfare le richieste territoriali e quelle dei reparti del presidio.
Inoltre, la prematura e continua chiusura di piani sta portando a una ridistribuzione del personale infermieristico: il timore è che se si dovessero programmare nuove aperture non sarà più possibile effettuarle con la motivazione della carenza del personale.
Una visione concorde tra i sindaci e le dirigenze è stata quella che vuol vedere il presidio angerese, così come gli altri piccoli ospedali del territorio, come una risorsa e non un peso. Una risorsa per le attività che non trovano risposta in tempi rapidi nel congestionato ospedale di Varese.
I sindaci continuano a essere presenti al tavolo, vigilando e monitorando i servizi e le progettualità affinché venga garantito il potenziamento promesso e la valorizzazione auspicata senza che venga attuato alcun ulteriore depotenziamento.
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