Perso a Milano, ritrovato a Gemonio: l’alpino Giancarlo ha riavuto il suo cappello
Il prezioso copricapo era stato smarrito sul treno al termine dell'adunata del 12 maggio. Le "penne nere" gemoniesi lo hanno avuto in consegna e hanno rintracciato il proprietario: «Una grande emozione ritrovarlo»
Un istante di distrazione, un po’ di fretta, la stanchezza mista alla felicità di aver partecipato alla grande adunata di Milano. Sono stati tanti gli ingredienti che, nel tardo pomeriggio dello scorso 12 maggio, avevano tirato un brutto scherzo a Giancarlo, alpino veneto («sono a metà strada tra Conegliano e Valdobbiadene, a pochi passi dal Piave») di lungo corso che aveva raggiunto il capoluogo lombardo per prendere parte alla kermesse annuale delle “Penne Nere”.
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Appena sceso dal treno che dalla stazione “Cadorna” lo stava riportando a Bollate, dove era basato con il gruppo di Colfosco di Susegana in provincia di Treviso, Giancarlo si reso conto di aver lasciato sul convoglio il proprio, prezioso, cappello da alpino. «Ho preso lo zaino, sono sceso sulla banchina e in quell’istante mi sono accorto di non averlo in testa: ho provato a risalire sul treno ma le porte si erano appena chiuse e non ho potuto fermarlo» racconta oggi Giancarlo con l’aria, però, sollevata e la voce felice. (foto in alto: Giancarlo, a destra, con Giordano di Gemonio)
Il perché è presto detto: l’alpino trevigiano ha potuto recuperare il proprio copricapo militare grazie a un appello lanciato tramite “Studio Aperto”, il telegiornale di Italia Uno, e soprattutto alla “collaborazione” di chi quel cappello in qualche modo lo ha avuto in custodia. Un altro alpino, naturalmente: Giordano, iscritto alla sezione di Gemonio, anch’egli quella domenica a Milano per sfilare con gli altri soci del paese valcuviano. «Eravamo a Cadorna e stavamo per salire sul nostro treno del ritorno quando un dipendente delle ferrovie ci ha raggiunto con questo cappello in mano. Ce lo ha consegnato dandoci il compito, non tanto facile, di restituirlo al proprietario, ma non avevamo alcun riferimento su chi potesse essere. Però non abbiamo perso le speranze».
Il rinfresco nella sede degli Alpini di GemonioDecisivo, quindi, il filmato di “Studio Aperto”: «Dopo aver perso il cappello ho fatto una segnalazione all’ufficio oggetti smarriti, a cui ho telefonato un sacco di volte, ma mi sono anche iscritto a diversi gruppi Facebook di quella zona: Bollate, Saronno e dintorni – prosegue Giancarlo nel suo racconto – Così mi ha contattato una giornalista che ha realizzato un servizio proprio sui cappelli alpini persi o rubati, andato in onda un po’ di settimane fa». A Gemonio qualcuno lo ha visto e ha avvisato gli Alpini della – attivissima – sezione locale, a loro volta impegnati nella ricerca del proprietario legittimo di quella “penna nera”.
Oggi – sabato 8 giugno – la riconsegna ufficiale, prima a casa di Giordano e poi nella sede della sezione, all’interno del Palazzo Comunale di Gemonio. «Per me è una grande gioia – ci racconta Giancarlo – perché al cappello sono legatissimo. Non solo per il fatto che è quello originale che mi venne consegnato quando entrai nel Battaglione Gemona, Brigata Julia, e perché l’ho indossato in tante adunate a partire dal 1979. Soprattutto perché con il mio cappello, ben piantato in testa, ho effettuato un trekking in Russia nel 2018, anche sui luoghi della guerra, e sono stato anche a onorare i caduti di El-Alamein. Ritrovarlo quest’oggi, custodito da altri alpini, è stata un’emozione enorme: ha un valore immenso per il mio percorso di vita personale».
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