Valle della Bevera stravolta: la denuncia di Legambiente
Legambiente Valceresio denuncia la situazione creatasi nell’area del torrente Bevera, con scavi, prosciugamenti e stoccaggio di terra che hanno completamente stravolto un’area umida
(Nella foto: l’area della Bevera dal balcone di Velmaio e Dovese)
Sotto gli occhi di tutti, ma nessuno ha visto?
Inizia così la lettera-denuncia di Legambiente Valceresio sulla situazione dell’area del torrente Bevera “interessata da scavi, prosciugamenti e stoccaggio di terra ha completamente stravolto un’area umida di grande pregio naturalistico e ambientale”.
«Durante una ricognizione effettuata dai Soci del Circolo Legambiente Valceresio APS nella zona del PLIS Bevera, si è riscontrato che il territorio è stato oggetto di notevoli modificazioni, sconvolgendo la zona che rifornisce i bacini del Comune di Varese ed altri dell’area – spiegano i soci di Legambiente Valceresio – Il sito, limitrofo al confine del Comune di Arcisate, è una zona di rilevanza ambientale da tutelare in base alla Legge Regionale 86 /83 della Regione Lombardia, ed è compreso, come l’intero corso del torrente Bevera, nell’Area Monte Orsa che la cartografia provinciale identifica e precisa per l’intero tracciato “come corso d’acqua di primaria importanza” per l’approvvigionamento idrico di tutta la Valceresio e di Varese in particolare, poiché da qui si ricaricano le falde che garantiscono le riserve d’acqua agli acquedotti dei comuni limitrofi».
La zona riguarda il letto del fiume Bevera, le ripe e gli argini del medesimo e alcuni terreni della sponda destra (verso il Comune di Arcisate) e altri vicini per un tratto di circa 800 metri: «Dallo stato dei luoghi e in deduzione del fatto che fossero presenti in loco macchinari per il movimento terra è stato ovvio riscontrare che i terreni stessi e l’alveo del fiume siano stati oggetto di lavori di rilevante entità – prosegue la segnalazione di Legambiente Valceresio -Tuttavia, l’assenza di qualsiasi segnalazione indicante quali opere fossero in atto, chi ne fosse l’Ente o il privato responsabile e chi le eseguisse e la mancanza di recinzioni o picchetti che delimitassero l’area dei lavori ha indotto il Circolo Legambiente Valceresio APS ad indirizzare una segnalazione tutti gli Enti preposti alla tutela del territorio perché siano posti in essere i controlli di legge per verificare se vi siano autorizzazioni da chiunque rilasciate all’esecuzione delle opere riscontrate e chi ne sia stato l’esecutore materiale».
«Malgrado l’evidenza degli interventi, volti sia a snaturare la zona, che è zona umida protetta dalla convenzione di Ramsar, sia ad approfondire, di circa un metro, il letto del Bevera che è tutelato dalle norme che prevedono il divieto di escavazione dei fondi dei fiumi e nonostante ciò, nessuno è ancora stato in grado di chiarire chi e con quale scopo sia iniziato e portato a termine questo scempio».
«Agli occhi delle Associazioni dei Cacciatori e dei Pescatori e non solo a quelli degli ambientalisti l’area appare gravemente compromessa – prosegue Legambiente Vlceresio – Entrambe le ripe fluviali sono ricoperte dalle terre escavate dal fondo del torrente, le lanche laterali che accompagnavano il corso primario appaiono prosciugate, così come le zone palustri e i piccoli stagni che il fiume formava espandendosi durante le piene, l’escavazione di canali di drenaggio per centinaia di metri ha compromesso definitivamente la Torbiera Cassani, con la perdita di una insostituibile riserva di biodiversità animale e vegetale ed un indispensabile corridoio ecologico. Senza contare che la zona fa parte del bacino idrico del fiume Olona e che l‘escavazione dell’alveo, favorendo il deflusso veloce delle acque in caso di forti precipitazioni, impedirà il loro spagliamento nelle zone circostanti con danni alle zone poste a valle: per questo lungo corso dell’Olona vengono previste e realizzate aree di esondazione e bacini artificiali ( come in via Peschiera Varese o ai Mulini di Gurone…) e, di conseguenza, lo stravolgimento sopra descritto priverebbe parzialmente della loro efficacia queste opere di prevenzione del rischio idrogeologico».
«Come è possibile che tutto questo sia ignorato e sconosciuto proprio a coloro che dovrebbero tutelare salute, sicurezza ed equilibrio all’ambiente naturale della Valceresio? – si domanda l’associazione -La risposta spetta dunque alle amministrazioni che hanno l’obbligo di indagare se vi siano stati abusi o infrazioni e, qualora ciò sia avvenuto, obbligare i responsabili al ripristino della situazione precedente».
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