Dalla Montessori agli Asili nel Bosco: è nata una comunità educante
Dopo l'incontro con la pedagogista del MUBE Lorenza Comi, la Bottega delle scoperte apre a genitori e professionisti dell'infanzia per condividere scelte educative
Nasce da una serata di pedagogia l’esigenza di una comunità educante, tutta da costruire e alimentare. Punto di partenza è la Bottega delle scoperte, uno spazio nuovo dedicato alla prima infanzia (2-5 anni) dove i bambini hanno a disposizione una serie di stimoli, fatti di acqua, sabbia, luce, colori attraverso i quali ciascuno può costruire la propria esperienza, ogni volta diversa.
Per la prima volta settimana scorsa la Bottega ha ospitato un incontro rivolto agli adulti con la pedagogista del MUBE (Museo dei bambini di Bergamo) Lorenza Comi. Ed è successo che un gruppo di genitori, ma anche educatori, psicologi e psicomotricisti si sono trovati a confrontare le diverse idee di bambino nella storia recente della pedagogia, dalla Montessori agli Asili nel Bosco, passando per Steiner e Malaguzzi.
«Ci siamo accorti che la spinta innovativa di questi pedagogisti derivava dalla necessità di dare risposte adeguate alle esigenze del contesto storico e sociale in cui vivevano. La Montessori ad esempio aveva bisogno di dati per dimostrare che i bambini erano persone, con un’identità e capaci di autonomia e come tali degni di rispetto e fiducia – racconta Silvia Sciacca, educatrice e fondatrice della Bottega – Steiner ha puntato sul rispetto dei tempi dei bambini mentre Malaguzzi, dopo la distruzione della guerra, ha individuato nella comunità educante il soggetto capace di costruire».
E gli asili o le scuole nel bosco? «Nascono in Germania tra la fine degli anni ‘80 e i primi anni ‘90, ma in Italia sono un fenomeno recente e derivano da una necessità quasi medica di recuperare il contatto con la natura, che in alcuni casi manca al punto da creare dei deficit».
Ma il punto vero è quale idea di bambino abbiamo noi, genitori ed educatori, qui e adesso. La visione del bambino è la base imprescindibile su cui si fonda il pensiero di educazione e di scuola di una società. «Purtroppo però, nonostante un quadro normativo meno rigido, che ha abbandonato da tempo i rigidi paletti dei programmi ministeriali, la scuola di oggi tende a proseguire uguale a se stessa, in automatico, allontanandosi sempre di più da una società che invece cambia velocemente – spiega l’educatrice – la scuola troppo spesso va avanti per la sua strada e neppure si domanda di cosa ha bisogno il contesto sociale in cui opera».
Anche per questo gli incontri per gli adulti proseguiranno in autunno, per consolidare attorno alla Bottega una comunità educante fatta di genitori ed educatori che desiderano confrontarsi e condividere le scelte educative per i loro bambini, gli adulti di domani.
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