La chiusura di Linate “prova generale su cosa vogliono fare di Malpensa”
Il sindacato di base denuncia i problemi di sabato e attacca sui piani di sviluppo dell'aeroporto

«A noi sembra non ci siano le ragioni per festeggiare». È il giudizio della Cub Trasporti dopo il primo giorno di voli trasferiti da Linate a Malpensa, che ha visto alcuni problemi nella gestione dei bagagli. Risolti in un’ora, dicevano sabato da Sea, mentre secondo la Cub ha avuto conseguenze ben più pesanti, «nonostante il grande dispiegamento di personale, più di 750 lavoratori interinali di Adecco solo con Airport».
«E siamo solo all’inizio, poi spariti giornalisti e osservatori, il caos ed i ritardi diventeranno la normalità, con ritardi e bagagli consegnati dopo giorni, inquinamento ambientale e intimidazioni ai lavoratori» dicono dalla Cub. «Dalle dichiarazioni del massimo esponente Sea si capisce il loro vero obiettivo». Il riferimento è alla valutazione fatta sabato a metà giornata: «Malpensa può arrivare da sola ai numeri di oggi, in sette-dieci anni».
Secondo la Cub è una strategia precisa: «Chi ha deciso di chiudere Linate nei tre mesi estivi e di trasferire quasi tutti i voli a Malpensa ha questo obiettivo. Abituare il territorio, i passeggeri e i lavoratori a questo traffico. Altro che evento eccezionale dovuto al rifacimento di Linate, ma prova generale su cosa vogliono far diventare Malpensa».
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Verissimo, non ci sono altre spiegazioni plausibili. E noi, abitanti della zona sottoposti a tutto ciò, subiamo e subiremo, in cambio “di posti di lavoro” (a termine e di qualità non certamente elevata). Nell’antica Roma al popolino venivano elargiti “panem et circenses”.