Lonate in marcia contro la ‘Ndrangheta: “Gli onesti sono di più”
Più di un migliaio di persone ha marciato per le vie del centro cittadino. Una manifestazione convocata spontaneamente dall'amministrazione comunale e le associazioni del paese dopo l'ondata di arresti
Una marcia civile, silenziosa, garbata. Ma quella di martedì sera 9 luglio non è stata una semplice passeggiata estiva per le vie del centro di Lonate Pozzolo. Più di un migliaio di cittadini si sono riversati in piazza per la marcia della legalità, indetta dal comune appena due giorni fa per manifestare il dissenso dei cittadini onesti nei confronti dell’inchiesta dei giorni scorsi che ha coinvolto personaggi legati alla criminalità organizzata ed esponenti politici di Lonate e Ferno.
Un evento spontanea organizzato in 48 ore, in fretta e furia, ma che ha visto la partecipazione attiva dei cittadini, per l’occasione vestiti di bianco e con il cartello ‘Gli onesti sono di più‘.
«Noi abbiamo semplicemente inviato una mail alle associazioni di Lonate – ha raccontato la sindaca lonatese Nadia Rosa -. Il merito va quindi ai cittadini che, spontaneamente, hanno deciso di scendere in piazza e manifestare a favore della legalità; non abbiamo voluto portare vessilli del comune. Vedere qui così tante persone di ogni età fa ben sperare: ‘gli onesti sono di più’ non è un semplice slogan».
Il corteo è iniziato e finito davanti alla chiesa di Sant’Ambrogio, dove la sindaca ha voluto tenere un discorso davanti ai cittadini, ribadendo la ferma condanna degli intrecci tra ‘Ndrangheta e politica: «L’operazione Krimisa ha gettato pesanti ombre sulle passate amministrazioni di Lonate Pozzolo. Noi siamo qui per prendere apertamente le distanze; girarsi dall’altra parte e far finta di niente non porta a nulla di buono. Il rispetto delle regole deve sempre essere la priorità».
Quindi critica la scelta di attribuire deleghe e incarichi in base al numero di voti ottenuti: «Noi abbiamo annunciato pubblicamente, e prima delle elezioni, quali sarebbero stati gli assessori. Farlo successivamente, seguendo i voti presi da questo o quel candidato, crea terreno fertile per il voto di scambio».
Presenti alla serata, oltre alla giunta di Lonate, anche il sindaco di Somma Lombardo Stefano Bellaria, il sindaco di Samarate Enrico Puricelli, l’assessore regionale alla sicurezza Riccardo De Corato, l’assessore all’urbanistica di Varese Andrea Civati e c’era anche il sindaco di Ferno Filippo Gesualdi, la cui maggioranza è stata toccata dalle inchieste: il consigliere Enzo Misiano (FdI, ora sospeso) è stato arrestato.
«Non ci nascondiamo – ha detto Gesualdi -, siamo in un momento di difficoltà. Ma siamo qui per condannare ogni forma di criminalità. Spero che la magistratura faccia il suo corso perché queste persone vengano allontanate dalla res publica. Siamo consapevoli che un membro della maggioranza è stato coinvolto nell’inchiesta ma noi non c’entriamo minimamente. Si tratta di una mela marcia».
Fratelli d’Italia, il partito del quale faceva parte il consigliere fernese arrestato, ha voluto essere in piazza in forza per prendere le distanze da quanto accaduto: «noi non abbiamo cimici, non possiamo intercettare – ha detto l’assessore regionale De Corato -. Le cose emerse nell’inchiesta si scoprono con strumenti che la politica giustamente non ha. Qui parliamo di ‘Ndrangheta, noi abbiamo subito condannato e mi auguro che la magistratura continui per estirpare il fenomeno che in Lombardia purtroppo è diffuso».
Anche il parroco di Lonate Gianbattista Inzoli ha voluto ricordare ai cittadini il valore della legalità e soprattutto del perdono, ricordando le parole che Papa Giovanni Paolo II rivolse ai malavitosi il 9 maggio 1993: «Nella vita ci si può sempre convertire. Scegliere di agire per vie traverse, calpesando le leggi e con il solo scopo di arricchirsi, porta solo tristezza e solitudine. Il mio appello è quindi rivolto a chi compie queste azioni che danneggiano tutta la comunità: siete ancora in tempo per scegliere la legalità».
«Lonate è un grande comune, da seguire come esempio», ribadisce, con fermezza, Sy Abou. Membro dell’associazione senegalese di Lonate Pozzolo, ha voluto essere presente con la sua famiglia alla marcia. «Siamo qui perché crediamo che questo comune vada valorizzato. È triste vederlo associato con inchieste di ‘ndrangheta. Se lavoriamo tutti insieme possiamo sconfiggere la criminalità organizzata. E vedere tutte queste persone che manifestano pacificamente è un bel segnale per il futuro».
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