La saga dei Tartaglia illumina il 16mo trofeo comune di Brezzo di Bedero
I fratelli Mario e Fernando Tartaglia hanno dato vita a una sfida avvincente
Ci sono avvenimenti che trascendono il puro e semplice svolgersi dei riti caratterizzanti le manifestazioni, ti inducono a riflettere sui significati e sul loro inserimento nella tradizione del Paese, come se una realtà al di fuori del tempo sovrastasse la popolazione, che ne viene permeata e comincia a ritenerla parte essenziale del proprio vissuto.
Il Trofeo Comune di Brezzo di Bedero – gara regionale individuale -, ne rappresenta l’essenza, è giunto alla 16° edizione e pur mutando determinati riferimenti, come è logico accada in ogni processo che si evolve e non rimanga pietrificato, ha mantenuto inalterato il suo fascino ed è diventato un appuntamento irrinunciabile.
La formula, ormai consueta, con la disputa di due finali separate, una riservata ai giocatori di categoria A e B, una ai giocatori di categoria C, ha riscosso un notevole successo. Ma, forse, il succo principale è consistito in una saga familiare: quella della famiglia Tartaglia. Sì, i Tartaglia hanno voluto prepotentemente monopolizzare la serata: si era ancora agli albori, faceva molto caldo, la luce esterna al bocciodromo era vivida, il sole non voleva calarsi dietro i monti della sponda piemontese, continuava a bersagliare lago e paesi, con indifferenza, intento solo a specchiarsi nelle acque per mutare prospettive e colori a piacimento, consapevole che il suo procedere nel cielo avrebbe conferito aspetti sempre diversi agli occhi che avessero saputo guardare. Loro, i fratelli Fernando e Mario, erano in campo e Luca, figlio e nipote, lì ad arbitrare la sfida veramente fratricida, quasi perso lontano, quasi la cosa non lo riguardasse, pervaso da sentimenti orientati di certo, ma sovrastati dal ruolo che esigeva correttezza ed equità.
Fernando domina – risulterà poi vincitore nella categoria di appartenenza – Mario mugugna e subisce – dirà molto sportivamente: «È stato più bravo di me» –. La sorte che così volle farli incontrare risulta
amara, ma inesorabile fino alla logica conclusione che separa vincitore e sconfitto nella epopea
della famiglia.
Tutto appare più sfumato dopo di loro. I campioni di categoria superiore danno spettacolo. Il Boscaro, pronosticato sicuro vincitore per la profonda conoscenza dei campi da lui calpestati quasi quotidianamente – dirà poi con disincantata autocritica: «Ho giocato come un cane» Non è stato proprio così, invece -, soccombe ad un ispirato Ossola, mentre nella categoria C il locale Guidoni si batte con grinta, ma il Fernando non poteva perdere, no, non poteva, dopo aver sbaragliato il fratello.
Così si conclude l’avvenimento, con il sindaco di Brezzo di Bedero Maria Grazia Campagnani ad onorare la sua manifestazione e a premiare i vincitori, mentre il sindaco di Porto Valtravaglia Ermes Colombaroli e il Presidente del Comitato di Varese Guido Bianchi fanno da prestigiosi valletti alla padrona di casa completando le premiazioni in un’atmosfera ora velata dalle ombre della notte che, consenziente l’astro dominante, si è ormai impadronita di tutta la scena.
Categoria A/B
1° classificato Maurizio Ossola – Renese
2° classificato Umberto Boscaro – Gorizia
Categoria C
1° classificato Fernando Tartaglia – Crevese
2° classificato Silvano Guidoni – Bederese
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