La tappa vola e Santiago si avvicina
Da Redondela a Pontevedra sono solo 20 km. Sergio non ha fatto miracoli e il dolore al muscolo resta lì ma la tappa fila via senza problemi

Una delle gioie del mattino è trovare un posto aperto per fare colazione. Se si parte dopo le sette non ci sono grandi problemi, ma prima può diventare difficile.
A Redondela si è fortunati perché la Cafetería Farola già alle sei tira su le saracinesche ed è pronta a servire tanti clienti.
Il risveglio non ha portato la magia che speravo potesse aver fatto Sergio. Il dolore si è un po’ ridotto, ma quel benedetto muscolo tibiale anteriore deve essersi affaticato non poco e continua a far sentire un discreto disagio.
Pazienza. Infilo le ultime cose nello zaino, metto le scarpe e si parte. L’unica cautela è stata quella di spedire lo zaino con uno dei tanti servizi. Anche questa è una assoluta novità per me, ma devo dire che oggi era troppo importante non appesantire le gambe.
La tappa malgrado il dolore vola via quasi come una passeggiata.
A Redondela ho ritrovato Laura e così abbiamo camminato insieme per tutti i venti chilometri. Lei ha una storia interessante che racconterò in un prossimo articolo perché merita. Ora sintetizzo. Bergamasca, dopo un lavoro sicuro come geometra comunale e poi designer in una azienda di un grande marchio, ha fatto una scelta coraggiosa e a 32 anni con il suo compagno di allora si è dimessa, ha lasciato tutto e ha cercato una nuova vita. Da cinque anni vive a Lanzarote, fa l’istruttrice di yoga, ma soprattutto ci vive grazie ai corsi online che propone a una sua community di migliaia di persone. Ci vivono lei e il suo socio, nonchè ex fidanzato. Finita la storia d’amore ma non la partnership della singolare operazione aziendale.
Usciamo in fretta da Redondela e dopo un breve tratto sulla strada asfaltata, finalmente entriamo in un bosco con un fondo sterrato.
Un primo pezzo di salita e poi discesa, situazione che si ripete un paio di volte, ma grazie anche alle chiacchierate in un attimo siamo ad Arcade che è quasi a metà percorso.
Si vede che siamo entrati nel tratto dove si sono congiunti i cammini. Il numero di pellegrini è cresciuto in modo esponenziale e lo si nota anche da piccoli servizi che si incontrano lungo la strada.
Si vedono anche i piccoli pulmini che trasportano gli zaini e si iniziano a notare tante indicazioni di ostelli e bar.
Alle dodici il caldo diventa un nuovo compagno di viaggio. Non sono più le temperature della costa e anche se siamo ancora molto sotto i trenta gradi il sole si fa sentire.
La tappa fila via senza particolari scenari, ma almeno per un buon terzo fuori da asfalto e centri abitati. Ogni tanto torna il caratteristico profumo degli eucalipti.
La mia gamba negli ultimi chilometri rivendicava riposo, ma per fortuna già alle 12 e trenta siamo nell’ostello della Virgin. Questo fa parte del circuito delle strutture pubbliche. Cinquanta posti e sei euro di tariffa. Ci troviamo tutto fuori ad aspettare le 13, orario di apertura. Servizi essenziali, ma poi alla fine qual che serve è davvero poco: un letto, una doccia, un gabinetto e un posto dove stendere. A me farebbe piacere anche avere del ghiaccio, ma non posso avere troppe pretese.
Ora la parola d’ordine è riposo e la speranza che il gel faccia il suo lavoro. La gamba dovrà fare la brava e avere la pazienza ancora solo per pochi giorni, e in fondo mancano meno di cento chilometri a Santiago.
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