Madonna della Croce, il saluto del presidente: “Lascio una struttura risanata e pronta per il rilancio”
Mauro Filipetto, presidente della Fondazione Madonna della Croce, traccia il bilancio dei suoi cinque anni alla guida della casa di riposo di Viggiù, una delle Rsa più importanti della Valceresio
«Cinque anni di duro lavoro ma anche di grandi soddisfazioni, perché nel 2014 questa struttura era sull’orlo del commissariamento, con un forte indebitamento, e oggi la “restituisco” completamente risanata, con i conti a posto e pronta per un ulteriore rilancio».
E’ con questo bilancio che Mauro Filipetto, 63 anni, presidente uscente della Fondazione Madonna della Croce di Viggiù, saluta collaboratori ed ospiti della casa di riposo che per cinque anni è stata al centro di ogni suo pensiero.
«Quando cinque anni fa sono diventato presidente, ho trovato una situazione davvero problematica – dice Filipetto – Un indebitamento di un milione e 200mila euro, la mancanza di procedure sulla trasparenza amministrativa, una lista d’attesa inesistente perché la struttura non era attrattiva. Abbiamo presentato un piano industriale a cui ci siamo attenuti rigorosamente e oggi di quel debito è rimasta solo una piccola quota. Tutto questo senza licenziare dipendenti e riuscendo anche a fare investimenti».
Un risultato ottenuto anche grazie alla collaborazione dei 115 dipendenti che lavorano alla Madonna della Croce: «Siamo riusciti a rimettere a posto i conti senza operare tagli sul personale, perché volevamo salvaguardare tutti i dipendenti e le loro famiglie – prosegue il presidente uscente – Anche grazie al loro importante contributo abbiamo internalizzato alcuni servizi, ad esempio lavanderia e pulizie, e ottimizzato le spese, riuscendo nello stesso tempo ad alzare il livello qualitativo dei servizi garantiti agli ospiti».
Con i suoi 140 ospiti, alcuni provenienti anche da fuori provincia, la Casa di riposo Madonna della Croce di Viggiù è una delle residenze per anziani più importanti della Valceresio: «E secondo noi – dice ancora Filipetto – oggi rappresenta anche dal punto di vista medico un’eccellenza. Noi non scegliamo i nostri pazienti in base al loro grado di autosufficienza o alle loro patologie ma accogliamo e curiamo chi arriva, anche se ha bisogno di cure importanti. Eticamente è più giusto e sicuramente in linea con il pensiero della fondatrice di questa struttura».
La storia della struttura parte dal 1866, quando la signora Antonietta Castagna lasciò in eredità la sua abitazione davanti alla chiesetta della Madonna della Croce come “ricovero degli ammalati cronici”. Nei primi anni del ‘900 l’abitazione era già insufficiente e venne acquistato un terreno dove sorse il primo nucleo dell’odierno edificio, poi ampliato a partire dagli anni ’60 fino a raggiungere le dimensioni attuali. Una storia ricca e affascinante, che lo storico Beppe Galli sta ricostruendo scavando con grande pazienza negli archivi della Fondazione, dove sono custoditi tanti documenti ricchi di informazioni.
«E’ una struttura che fa parte della storia e della cultura del nostro territorio perché nata e cresciuta anche con il contributo di tanti cittadini e benefattori – aggiunge Mauro Filipetto – per questo era ancora più importante riportarla ad una situazione di eccellenza. In questi cinque anni oltre risanare i conti e ad impostare, forse per la prima volta, protocolli di trasparenza nei conti e nelle procedure, abbiamo ottenuto nel 2017 l’accreditamento definitivo da parte di Ats e questo è un passo estremamente importante».
In questi cinque anni la casa di riposo si è arricchita di un “giardino Alzheimer” studiato per aiutare i pazienti con questa patologia con stimoli tattili ed olfattivi, è stato realizzato un terrazzo con giardino dove i pazienti posso pranzare all’aperto con i loro familiari e sono stati investiti 500mila euro per ammodernamento e manutenzione: «Riconsegniamo alla comunità una struttura pronta per un ulteriore rilancio – conclude Filipetto – E per questo devo ringraziare tutti coloro che hanno lavorato con me per raggiungere questi obiettivi, a partire dai consiglieri del Consiglio di amministrazione, da don Armando Bano, che resterà nel CdA come previsto dallo Statuto, all’avvocato Francesca Inversini, e poi Arianna Miotti e Salvatore Vinci, persone altamente professionali e sensibili, con le quali si è raggiunto un equilibrio perfetto che ha consentito di lavorare in modo efficace. Ma i miei ringraziamenti vanno anche a tutti i dipendenti, agli ospiti, ai volontari e a tutti coloro che mi hanno affiancato in questo percorso».
(Nella foto: il presidente Mauro Filipetto)
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