Omicidio Lidia Macchi: Stefano Binda assolto in appello
Lo ha deciso la prima sezione della corte d’Assise d’appello di Milano presieduta da Ivana Caputo e a latere da Franca Anelli oltre ai sei giudici popolari

Stefano Binda è stato assolto “per non aver commesso il fatto” nel procedimento dove era imputato per l’omicidio di Lidia Macchi avvenuto la notte fra il 5 e il 6 gennaio 1987 a Cittiglio.
Lo ha deciso la prima sezione della corte d’Assise d’appello di Milano presieduta da Ivana Caputo e a latere da Franca Anelli oltre ai sei giudici popolari.
Il dispositivo della sentenza è stato letto alle 19.10 di oggi, mercoledì 24 luglio.
In aula c’era Stefania Macchi, la sorella di Lidia: «Non me l’aspettavo – ha commentato, subito dopo la lettura della entenza – Mi aspettavo invece che la Corte valutasse in modo più attento la possibilità di nuove perizie grafologiche e merceologiche». Non era presente invece Paola Bettoni, la mamma di Lidia: «Le ho comunicato la sentenza per telefono», ha detto Stefania.
L’avvocato della famiglia Macchi, Daniele Pizzi, ha detto che valuterà insieme alla famiglia la possibilità di proporre ricorso in Cssazione.
Molto soddisfatti i difensori di Binda, gli avvocati Esposito e Martelli, così come amici e parenti di Stefano. Alla lettura della sentenza era presente la sorella Patrizia e diversi amici ndell’associazione Magre Sponde di Brebbia, in cui Binda era impegnato prima della sua carcerazione.
La commozione della sorella di Stefano Binda
Stefano Binda, dopo la sentenza, è stato portato nel carcere di Busto Arsizio per completare la pratica della sua scarcerazione. Già in serata è stato liberato e ha potuto fare ritorno a casa.
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