Una speciale via Crucis lungo il rio in vista di Santiago

Una tappa speciale aperta da una navigazione lungo il rio Ulla dove passò il corpo di San Giacomo. Da Padron altri 14 km verso Santiago

Cammino portoghese

Ci sono diciassette croci lungo il rio Ulla. È una speciale via Crucis che ricorda la traslatio del corpo di San Giacomo avvenuta nel 44 dc.

La variante espiritual si chiude con un percorso in barca da Villanova de Arousa a Pontecesures, un paio di chilometri prima di Padron, uno dei luoghi simbolo per la storia dell’apostolo di Cristo. Sotto la cattedrale si trova il Pedron, un’ara romana che servi a legare la barca che dalla Palestina trasportava San Giacomo in Galizia.

La barca parte al mattino e si muove tra le piattaforme per l’allevamento delle cozze nella ria Arousa, una sorta di baia nell’estuario del rio Ulla.

Le cozze, insieme con le vongole, sono un elemento caratteristico di questo territorio. In tutta la Galizia sono oltre duemila le strutture dove vengono allevate e tutto il lavoro è affidato alle famiglie. Chi conduce la barca diventa una sorta di guida a tutto tondo, dall’economia locale alle storie religiose fino alle vicende più recenti dove l’orgoglio galiziano emerge con forza.

“Qui arrivarono i vichinghi con le loro navi veloci e predatrici. Volevano rubare l’oro di Santiago, ma trovarono una grande opposizione e vennero respinti. Tutti gli anni si ripete la battaglia che poi finisce con una grande festa”.

La barca va veloce e dopo un tratto in cui il rio è larghissimo il corso d’acqua si restringe e riusciamo a vedere tante delle specie animali che vivono a ridosso del fiume.

Siamo in dodici, quasi tutti italiani. Mi sono ritrovato con Laura, Francesco e Maria Letizia.

Fa effetto iniziare la tappa su una barca, ma dalle 10 si riprende a camminare decidendo di spezzare la strada per Santiago fermandoci in un ostello municipal a O Faramello. Da lì mancano ormai solo 15 chilometri per la meta finale.

La giornata è splendida, ma questo fa sentire subito come sia cambiata la temperatura. È arrivato il caldo e camminare diventa decisamente più pesante.

Da Padron al l’ostello ci sono circa 14 km con un continuo qua e là dalla strada statale entrando in tanti piccoli borghi in pietra. La via, a parte i brutti attraversamenti e alcuni passaggi di fianco alla grande arteria che punta dritta a Santiago, è molto piacevole.

L’ostello Faramello ha aperto alle 13, ma poco dopo era già pieno visto che ha solo venti posti letto. Tutto intorno a questa zona è pieno di piccole strutture per dormire, ma non ci sono più paesi perciò questa località ha una discreta presenza di pellegrini.

Da due giorni ci sono sempre più italiani sul cammino portoghese. Sono in pochi ad avere preso la variante Esperitual per questo mi sono sorpreso ieri sera nel vedere di nuovo Francesco e Maria Letizia. Con loro avevo condiviso un breve tratto ma poi eravamo restati in contatto e questo mi aveva permesso di dare loro diverse indicazioni perché procedevo con 3-4 giorni di vantaggio.

Francesco insegna, ma esercita anche l’attività di osteopata e così approfitto e scrocco una seduta per alleviare il dolore alla mia gamba. Ci  siamo messi sugli spalti del palazzetto dello sport dove ha sede l’ostello di Villanova de Arousa.

Lungo il cammino si imparano tante cose e si conoscono persone e storie, questo forse è il fascino maggiore perché con la massima semplicità si condividono molte esperienze.

Questa è una nuova vigilia. Non tanto per una emozionante partenza, quanto perché ormai siamo alle porte di Santiago. Il luogo scelto per terminare il proprio cammino. Ognuno con le proprie ragioni ed emozioni. A volte è anche difficile scoprirle in modo chiaro. E forse anche in questo il cammino è scoperta. Apre e non chiude una nuova esperienza. È un sentiero che ci può rimettere in gioco favorendo il cambiamento, l’ascolto, la ricerca.

Per me questo cammino portoghese era la quinta occasione per vivere un tempo in movimento ma con la lentezza e la profondità che mi si offre in queste situazioni. Giorni intensi e per molti versi nuovi per tante ragioni. Incontri diversi dagli anni passati, condizione fisica differente con un acciacco più delicato ma che non ha compromesso di arrivare alla meta.

Come sempre una grande fortuna potersi prendere questo tempo e stare in armonia con il mondo che mi circonda. Giorni in cui fisico, testa e anima si incrociano di continuo. Solo per questo il cammino è fascino e meraviglia. Sempre.

Marco Giovannelli
marco@varesenews.it

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Pubblicato il 10 Luglio 2019
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