Un nuovo cantiere di scavo per il Monastero di Torba

Gli scavi eseguiti fino ad oggi dal Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università di Padova nella struttura di proprietà del FAI, hanno superato di gran lunga le aspettative rivelando la storia del Monastero e della attigua Torre

Varie

Al Monastero di Torba, struttura di proprietà del FAI, sono ripresi gli scavi. La campagna, promossa dal FAI in collaborazione con il Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università di Padova, durerà in totale qualche settimana e, anche per il 2019, sarà dedicata alla Torre altomedievale.


Scavi 2018 al Monastero di Torba

primi interventidurati una settimana e terminati il 30 maggio 2019 – hanno visto all’opera un gruppo di studenti che, sotto la Direzione scientifica della professoressa Alexandra Chavarria e con la consulenza del professor Gian Pietro Brogiolo, ha ripreso i lavori seguendo le tracce della campagna di scavi compiuta da Alessandro Deiana nel 1978.

A quarant’anni dalle prime ricerche, si è deciso infatti di riaprire lo scavo di Deiana e ristudiarne la sequenza stratigrafica emersa per verificare il livello di fondazione della Torre: lo scavo ha raggiunto i 4 metri e mezzo di profondità.

Alcuni imponenti colluvi – depositi di granuli e rocce trasportati dalle acque, alti oltre due metri – hanno confermato l’instabilità climatica della zona testimoniando il succedersi di una serie di alluvioni che sommersero case e campi mietendo molte vittime; si tratta probabilmente dell’alluvione del 589, già raccontata da papa Gregorio Magno e, due secoli più tardi, da Paolo Diacono, storico dei Longobardi.

Questo, tuttavia, non portò a un progressivo abbandono della Torre, come testimoniano i piani d’uso rinvenuti risalenti al VI secolo e destinati alla preparazione del pane e dei pasti (sono emerse tracce di numerosi focolari sui quali sono stati rinvenuti resti di vasi in terracotta e due pettini in osso).

Le ricerche documentano quindi che la Torre ha continuato ad essere abitata fino all’insediamento del Monastero e anche successivamente quando è divenuta parte di una cascina rurale.

I prossimi passi

Alla luce delle recenti scoperte, in accordo con la Soprintendenza, è stato programmato il secondo lotto di scavo che si concentrerà sull’analisi degli oggetti ritrovati e sullo studio degli strati sottostanti fino ad arrivare alle fondamenta della Torre con lo scopo di individuarne i gradini di entrata e la soglia originaria.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 01 Luglio 2019
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