Alessio ha perso una gamba, ma è tornato a camminare grazie all’osteointegrazione
34 anni, nato e cresciuto a Saronno, quattro anni fa ha perso una gamba in un terribile incidente motociclistico. Oggi è il testimonial e ambasciatore italiano della Amputee Osseointegration Foundation Europe, AOFE

Alessio Manzoni è un uomo di 34 anni, nato e cresciuto a Saronno. Quattro anni fa ha perso una gamba in un terribile incidente motociclistico, che gli è costato anche un danno al braccio sinistro e la perdita di due falangi di una mano.
Ma Alessio non si è arreso. Anzi. Lavora, fa il progettista meccanico nel settore automotive, suona diversi strumenti, guida, va in palestra, cammina in montagna, nuota ed è il testimonial e ambasciatore italiano della Amputee Osseointegration Foundation Europe, AOFE, una fondazione europea che vuole promuovere nel mondo la tecnica dell’osteointegrazione per le persone amputate.
«Dopo l’incidente ho avuto grossi problemi – racconta -. Poi ho trovato questa occasione nei Paesi Bassi e sono riuscito ad avere la protesi che ho ancora oggi: sento di avere una gamba quasi mia, ho l’osteopercezione, mi muovo come prima, faccio quasi tutto quello che facevo prima. Nel mondo delle protesi c’è stata una grossa evoluzione negli ultimi anno, in particolare all’estero».

L’osteointegrazione è una tecnica chirurgica che prevede la fissazione dell’arto protesico al titanio direttamente all’arto del paziente, diventa il prolungamento del femore o della tibia o delle braccia.
«L’osteointegrazione è una tecnica nata anni fa, per i denti prima e poi per gli arti negli Anni Ottanta/Novanta, nel Nord Europa e poi in Germania, Olanda, Australia e anche altrove. Io sono ambasciatore di AOFE perchè vorrei aiutare l’Italia ad implementare questo metodo che migliora la vita delle persone amputate – prosegue Alessio -. Ci sono risultati eccezionali. Oggi nel nostro Paese c’è chi ha protesi, pagate dal servizio sanitario nazionale magari, ma non riesce a camminarci. Io vorrei che tutti potessero camminare. AOFE lavora in tutta Europa, è nata in Olanda una decina di anni fa: io faccio conferenze, racconto la mia storia, incontro medici, operatori e pazienti che da tutta Italia vengono a vedermi, a parlare con me, a toccare con mano il mio impianto. Piano piano in Italia ci si sta interessando a queste tecniche, e spero ci saranno novità a breve. L’osteointegrazione è una tecnica che si sta evolvendo, che funziona: io vorrei far capire che si può andare oltre le protesi tradizionali e dare possibilità di camminare a chi è amputato. Mi piacerebbe che lo Stato si faccia carico di chi non riesce a camminare e non ha prospettive, per avere una nuova possibilità, tramite l’osteointegrazione».
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