Compleanno, tempo di riflessioni e bilanci. Ma anche di tanti ringraziamenti
Il libro, il rapporto con Sestero Onlus e con i bambini non vedenti che si avvicinano allo sport. In dodici mesi sono cambiate tante cose: vale la pena ricordarle. A proposito: è meglio avere ragione o essere felici?
(d. f.) Auguri Daniele: il giorno di Ferragosto il nostro campione compie 33 anni e per la rubrica “Come siete strani, voi che ci vedete” traccia un bilancio dei suoi ultimi dodici mesi, fitti e impegnativi ma anche ricchi di soddisfazioni come ci spiega lui stesso. Noi, intanto, gli tiriamo idealmente le orecchie, e poi ci mettiamo a leggere con attenzione quello che ha da raccontarci.
Per me il compleanno è un po’ come Capodanno. Un momento di riflessione: dov’ero un anno fa e dove sono ora e via di questo passo. Tra poco poi è settembre, un motivo in più per fare bilanci e pianificare nuove strade da percorrere. La cosa che maggiormente è cresciuta in questo anno è l’attività di sport integrato con Sestero Onlus. Dicevo tempo fa: «Dobbiamo portare lo sport ai bambini che non vedono». Ora lo stiamo facendo e siamo sempre più organizzati e presenti sul territorio.
È vero, sono cambiate tante cose in questo anno. Intervengo molto più spesso nelle aziende come formatore, è uscito il libro “Il vento contro”, ho smesso di fare il fisioterapista. Eppure l’orgoglio più grande rimane l’evoluzione dell’associazione Sestero. Ecco com’è andata: già da qualche anno organizzo, insieme ad alcuni amici e ai club che ci ospitano, delle giornate di sci nautico per i bambini non vedenti. A me questo sport ha dato tantissimo e mi è sembrato dunque naturale farlo provare a chi si trova a vivere fin da piccolo al buio. Durante queste giornate, oltre alla gioia indescrivibile di sentire questi bambini felici, si creano rapporti stupendi tra le famiglie: mentre in acqua i ragazzi si divertono, i genitori, guardando i propri figli crescere, si parlano, si confrontano su tematiche tecniche come il sostegno a scuola o i libri in braille, ma soprattutto si scambiano emozioni, capiscono che non sono i soli a vivere una situazione complicata. Forse realizzano che, insieme, si diventa molto più forti.
DAGLI SCI ALL’ATLETICA, PER NON PERDERE IL RITMO – Straordinari questi momenti con gli sci. Però, quando la giornata finisce e quando Daniele va via, cosa rimane? Un bellissimo ricordo, un’esperienza da raccontare. E poi si riprende con la solita routine: scuola, terapie, dubbi e speranze. Dovevo dare una risposta a quella malinconia che mi saliva dopo averli accompagnati a sciare. Capivo che non era giusto “abbandonarli” e dare loro l’arrivederci alla prossima sciata. Magari dopo un anno. Alcuni bambini hanno continuato a sciare e ora quelli che lo fanno regolarmente in Italia sono una decina. E tutti gli altri? Che fine fanno? Ecco quindi la voglia di creare un percorso da fare insieme e così compare l’atletica leggera! Basta una pista, un istruttore che abbia cuore e competenze, qualche volontario e il gioco è fatto! I bambini si divertono, i genitori fanno rete e con poche cose semplici si creano dei cambiamenti pazzeschi. Questa è stata la crescita di Sestero Onlus: coi nostri istruttori e volontari l’anno scorso abbiamo girato l’Italia e, dovunque siamo stati, ci hanno chiesto di tornare, perché c’è troppo poco sport, per i bambini in generale e ancora meno per quelli ciechi. Quanto si muove un bambino di sei anni? E un suo coetaneo cieco?
IL DIRITTO AL DIVERTIMENTO – Grazie allo sport si permette anche a chi non vede di spendere energie, muoversi, saltare, correre libero senza paura, persino andare a sbattere, ma soprattutto divertirsi: tutti i bambini hanno il diritto di divertirsi e spesso gli adulti se ne dimenticano. Il riscontro più bello che mi porto a casa da questo nuovo percorso insieme a loro è vederli felici, sapere che, da quando fanno sport, anche a scuola e a casa sono più propositivi, fischiettano, ridono, vivono davvero. Allora grazie Sestero Onlus, grazie alle famiglie che si sono sempre fidate di me e di noi, grazie alle aziende e ai privati che ci sostengono. Questo è solo l’inizio, sono sicuro che tra un anno avremo tante cose nuove da raccontare. Sulle mie pagine social e all’interno del mio sito trovate immagini e racconti delle nostre diverse iniziative. Per sostenere i nostri progetti abbiamo creato una raccolta fondi sul mio profilo privato di Facebook in occasione del mio compleanno. A voi tutti, grazie di cuore!
Mauro Icardi – foto inter.itUN’OCCHIATA A… Mauro Icardi e l’Inter
«È meglio avere ragione o essere felici?»
Mi ha incuriosito molto la vicenda Icardi e non per le foto sotto la doccia o perché abbia voglia di sapere quanto guadagna. Piuttosto è curioso riflettere su quello che sta accadendo e portarsi a casa un piccolo insegnamento. Non è questo il contesto adatto per analizzare in profondità la situazione, però non serve una redazione sportiva per capire che questo braccio di ferro sta danneggiando entrambe le parti: Icardi a fine 2018 era capitano, giocava ed era amato dai suoi tifosi. Ora ha perso la Nazionale, non ha più saputo incidere nel finale della scorsa stagione, si allena a parte (non il massimo per un atleta) e ancora non sa, almeno in teoria, dove giocherà nella prossima stagione. L’Inter aveva un capitano apprezzato dai tifosi, un giocatore che poteva diventare simbolo della società e soprattutto un patrimonio importante.
Da gennaio si sono create tensioni nello spogliatoio, Icardi non è stato più decisivo e, fattore di non poco conto, averlo sul groppone nei mesi estivi ha condizionato in maniera importante tutto il mercato nerazzuro. Non so e nemmeno mi chiedo chi possa avere ragione: è invece innegabile che questa lite stia soprattutto creando due potenziali sconfitti, dato che da questo braccio di ferro non uscirà alcun vincitore . E allora mi chiedo: quante volte una persona, pur di avere ragione, si penalizza e, un po’ come l’Inter e Icardi, arriva a creare un danno a se stessa pur di non darla vinta all’altro? Questa è una situazione che può capitare a chiunque: al lavoro, in un rapporto di amicizia, in amore. E allora, prima di litigare a lungo con qualcuno, vale la pena chiedersi: è meglio avere ragione o essere felici?
Il sito ufficiale – Daniele Cassioli
Come siete strani voi che ci vedete – La rubrica di Daniele Cassioli per VareseNews
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