Giovani varesini in terra Santa per “generare scintille”

62 giovani della città di Varese in questi giorni stanno vivendo una esperienza di pellegrinaggio in Terra  Santa accompagnati dai preti di pastorale giovanile della città: il racconto

Pellegrinaggio in terra santa per i iovani della comunità santa maria immacolata

62 giovani della città di Varese in questi giorni stanno vivendo una esperienza di pellegrinaggio in Terra  Santa accompagnati dai preti di pastorale giovanile della città e da due guide, don Giorgio Spada e don Gianbattista Rota.

Dopo un anno di preparazione biblica e antropologica guidato da don Isacco Pagani, esegeta del seminario di Milano e da Padre Francesco Ielpo, i giovani si sono tuffati in questa esperienza.

«Il desiderio e la meta di questo pellegrinaggio è alto – afferma don Matteo Moda, della pastorale giovanile della comunità santa Maria Immacolata (che raduna le parrocchie di Masnago, Bobbiate, Velate, Avigno, Lissago e Calcinate del pesce) e responsabile del pellegrinaggio – Come preti della città di Varese abbiamo desiderato e voluto consegnare ai nostri giovani una esperienza dove potessero rileggere la loro fede e la loro vocazione. Siamo nell’anno del Sinodo dei giovani indetto e concluso da Papa Francesco con l’esortazione apostolica “Christus vivit”, siamo nell’anno della GMG di Panama. Vivere un pellegrinaggio in Terra Santa per un giovane vuol dire riappropriarsi del cammino che ogni discepolo del Signore è chiamato a vivere, non da solo, ma in un cammino di Chiesa. La terra che ha conosciuto il Mistero dell’incarnazione, della passione, morte e risurrezione di Gesù diventa un forte richiamo per loro a riconoscere come il Signore è vivo e cammina veramente nella nostra vita solo se lo lasciamo veramente entrare nella nostra vita e nella nostra libertà».

Il pellegrinaggio è a metà del cammino. Partiti l’1 agosto i giovani hanno visitato e vissuto in questi giorni a Gerusalemme, sperimentando e vivendo la forza del mistero pasquale. Prima tappa dei pellegrini è stata la celebrazione dell’Eucaristia dell’edicola del Santo Sepolcro: in questo luogo che custodisce anche il Calvario i giovani si sono scontrati con la differenza dei riti che i cristiani vivono in questo luogo centro della cristianità, ma uniti nella stessa fede in Cristo Gesù.

L’ARTICOLO SUL PELLEGRINAGGIO PUBBLICATO DAL SITO DEL PATRIARCATO LATINO DI GERUSALEMME

Dopo una giornata dove i giovani hanno scoperto le origini antiche della città santa, sabato 3 agosto è stato dedicato al rivivere i momenti salienti della passione di Gesù, in particolare la visita al monte degli Ulivi, alla Chiesa del Padre Nostro, alla Dominus Flevit, alla Basilica delle nazioni che custodisce la pietra su cui Gesù ha pianto sangue nelle ore drammatiche della passione, il cenacolo luogo dell’istituzione dell’Eucaristia, del Battesimo e del Sacerdozio, il Gallicantú dove Pietro ha sperimentato il pianto legato al suo tradimento, ma anche allo sguardo di amore che Gesù gli ha rivolto.

«Affidamento della propria vita a un Padre che non mi abbandona, ma che è pronto a donarmi sostegno anche nell’ora più drammatica e perdono dove io sbaglio, anche nella colpa più grave» questo il messaggio evangelico che i ragazzi hanno potuto sperimentare nella meditazione di Fra Raffaele Orlandi e nel sostare in preghiera nei luoghi santi.

Domenica 4 agosto la visita a Betlemme dove i giovani hanno sperimentato la forza dell’incarnazione come mistero che suscita speranza in coloro che si sentivano lontani da Dio, i pastori a cui è rivolto il primo annuncio degli angeli. Il sostare davanti alla grotta di Betlemme è stato arricchito dalla testimonianza di suor Lucia del Charitas Baby Hospital, unico ospedale che si prende cura dei bambini Palestinesi, i quali non possono accedere alle cure moderne di Israele a causa del muro che divide i due stati. La testimonianza di suor Lucia ha toccato i cuori dei ragazzi: di fronte alle diverse morti che suor Lucia ha vissuto nel suo servizio, un momento drammatico per questa religiosa è diventato segno di speranza e di Risurrezione, perché in questa opera sostenuta da paesi stranieri, tra cui l’Italia, suor Lucia vede il sostegno nella preghiera di questi angeli di Betlemme.

Forte testimonianza è stata anche l’incontro con monsignor Pierbattista Pizzaballa, amministratore apostolico del patriarcato di Gerusalemme. In un dialogo vivace il monsignore ha illustrato la situazione attuale della Terra Santa e della diocesi indicando come la forza che invita i cristiani di queste terre a continuare ad essere custodi del tesoro della nostra fede sono proprio i pellegrini, e ha invitato i ragazzi ad accogliere l’altro come dono proprio nella sua diversità in quanto paradigma del cristianesimo e ha invitato a pregare per la Terra Santa perché sia terra non più divisa da logiche di potere, ma terra dove le diverse fedi creino una comunione vera e autentica nel nome della pace e della vera umanità.

«Una scintilla bella che stiamo vivendo in questi giorni – Commenta don Matteo – E’ quella della comunione che si mette in ascolto dell’altro, della sua storia, della sua testimonianza. Anche tra noi preti stiamo vivendo un clima di crescita fraterna insieme, e questo per noi è una testimonianza forte di cosa vuol dire vivere una comunione vera e autentica».

Ora i giovani sono diretti in Galilea: «Dove sperimenteranno la forza del Sí di Maria e l’inizio del ministero di Gesù e del discepolato,  pronti a ricevere scintille che andranno rilette con il ritorno a casa, dove il pellegrinaggio della vita continuerà con slancio nuovo»

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Agosto 2019
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