Sotto la Basilica tante tombe e i resti della chiesa medievale
Non meno di 500 persone hanno partecipato alla visita guidata con l'archeologo Alessandro D'Alfonso che ha illustrato i ritrovamenti emersi nel corso dei lavori di ristrutturazione della chiesa
La Basilica di San Vittore ad Arcisate letteralmente presa d’assalto ieri sera per la visita guidata con l’archeologo organizzata dalla parrocchia. Non meno di 500 persone – tra cui il sindaco Gianluca Cavalluzzi – hanno fatto pazientemente la fila per approfittare dell’opportunità di vedere i ritrovamenti emersi nel corso dei lavori di ristrutturazione.
A fare gli onori di casa e a spiegare cosa è stato trovato l’archeologo Alessandro D’Alfonso che sta seguendo l’intervento in coordinamento con la dottoressa Daniela Locatelli della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza e Brianza, Pavia, Sondrio e Varese.
«Scavando sono stati rinvenuti resti dell’antica chiesa medievale – ha spiegato Alessandro D’Alfonso – Un edificio non dissimile a quello attuale. Sono state inoltre trovate circa una trentina di tombe “a camera”, oltre ad altre sepolture».
«Arcisate ha una storia millenaria – ha detto l’archeologo – e questa chiesa la racconta».
La più antica testimonianza che richiama la presenza della chiesa di S. Vittore in Arcisate consiste in una bolla di Arnolfo III arcivescovo di Milano e datata 2 novembre 1095, con cui si stabiliva che la chiesa di S. Gemolo di Ganna doveva separarsi dalla chiesa plebana di S. Vittore in Arcisate. Di quella fase iniziale rimane ancora il bellissimo campanile che svetta sul centro storico di Arcisate.
Nella seconda metà del XV secolo la chiesa venne ricostruita su quella preesistente, con un impianto a tre navate, mantenendo il campanile romanico in facciata.
Nella seconda metà del Cinquecento venne deciso di ampliare ed innalzare la cappella maggiore, e venne costruita la seconda sagrestia con ridimensionamento della cappella di testa della navata destra.
Nel corso del Seicento vengono realizzate le cappelle laterali poste nella prima e terza campata, e nella prima metà del Settecento venne realizzato l’altare maggiore, e fu necessario intervenire sulla cella campanaria, danneggiata da un fulmine.
Nel corso dell’Ottocento vengono attuati interventi sull’apparato decorativo e consolidamento delle strutture con l’innalzamento del tetto, e l’ampliamento delle cappelle laterali per ospitare gli altari barocchi provenienti da un convento francescano di Como soppresso in quegli anni su decreto di Napoleone.
Alla prima metà del Novecento (1932) risale il restauro della facciata ad opera dell’architetto Zanchetta e consolidamento della volta navata centrale e del tiburio, contemporaneo realizzazione della nuova pavimentazione del presbiterio e nuova mensa.
Tra il 2011 e il 2013 si mise mano al restauro e al consolidamento del campanile. Ora il progetto di risanamento e consolidamento dell’edificio, con la realizzazione del nuovo impianto di riscaldamento a pavimento, che sarà seguito dal restauro delle facciete esterne e, in ultima fase, degli interni.
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