L’antifascimo è il pilastro del sindacato

Umberto Colombo (Cgil) e Roberto Pagano (Cisl dei Laghi) sono intervenuti alla Festa della Resistenza organizzata dall'Anpi

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L’inaugurazione della Festa provinciale della Resistenza alla Schiranna di Varese è stata affidata al canto di due bambini che hanno intonato “Bella ciao” di fronte ai rappresentati dell’Anpi e all’autorità cittadine, tra cui il sindaco di Varese Davide Galimberti e quello di Daverio, Franco Martino, il consigliere regionale Samuele Astuti e il consigliere comunale Luca Paris. Una scelta che, fuori da ogni retorica, è simbolicamente importante perché suggella un ideale passaggio di testimone tra generazioni. Ester De Tomasi, presidente provinciale dell’Anpi, dopo il taglio del nastro, nel discorso inaugurale ha ripreso le parole di Primo Levi in “Se questo è uomo“: «Occorre essere diffidenti con chi cerca di convincerci con strumenti diversi dalla ragione, ossia con i capi carismatici: dobbiamo essere cauti nel delegare agli altri il nostro giudizio e la nostra volontà».

L’Anpi ci ricorda che l’antifascismo non è dunque roba per nostalgici, o, perlomeno, non solo per nostalgici. È un presupposto indispensabile per costruire una società migliore, come dimostra la Costituzione italiana. Nel mondo sindacale è il pilastro principale su cui poggia l’intera costruzione dei diritti del lavoratore, come ha ricordato Umberto Colombo, segretario provinciale della Cgil, intervenuto con Roberto Pagano della Cisl dei Laghi nel dibattito sull’evoluzione dell’antifascismo nel mondo del lavoro. «Il sindacato è impegnato da sempre nell’affermazione e nella difesa dei diritti dei lavoratori – ha detto Colombo – Il tentativo di disintermediare il sindacato da parte di una certa politica altro non è che il tentativo di assecondare la deriva neoliberista che, comprimendo i costi dell’impresa, punta ad annullare i diritti fondamentali del lavoratore».

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nella foto il sindaco Davide Galimberti e Lidia Chiesa moglie del partigiano Angelo Chiesa scomparso recentemente

La necessità di ribadire il ruolo  dell’antifascimo, quale collante della società italiana e non solo, è diventata urgenza durante il governo targato Lega-M5s. Il combinato disposto del sovranismo salviniano e del populismo pentastellato ha rimesso in discussione non solo il ruolo del sindacato ma il fondamento democratico della società. Eppure, solo per un fatto statistico, è chiaro che il successo di Lega e M5s è frutto anche del contributo che i lavoratori, iscritti al sindacato, hanno dato alle urne. «Abbiamo affrontato questo tema nelle assemblee con i lavoratori – ha detto Colombo – perché è evidente che il problema esiste, ma allo stesso tempo rispondiamo che c’è una sola via per evitare quella deriva ed è la Carta dei diritti del lavoratore, la nostra piattaforma che sancisce il diritto a un lavoro decente e dignitoso, a condizioni chiare e trasparenti, con un compenso equo e proporzionato, e un luogo di lavoro sicuro. Vorrei ricordare che oggi a Gornate Olona è morto un altro lavoratore e questo accade perché la sicurezza sul lavoro viene fatta passare come un costo».

Roberto Pagano ha ricordato che la Cisl ha fatto dell’autonomia dalla politica il suo asse portante e che l’antifascismo è ancora profondamente attuale. «Quando si parla di Casa Pound o Forza nuova – ha detto Pagano – ci si riferisce a forze di estrema destra, fasciste. E sono contento di essere qui perché riconosco nell’Anpi il baluardo, forse l’unico che, in modo chiaro, ha tracciato una linea di difesa contro questa deriva. In questo momento è l’unico soggetto che presidia quei valori che hanno consentito alla nostra società di crescere democraticamente e al sindacato di svilupparsi in piena libertà. Dopo le leggi speciali del 1926, in Italia non c’era più libertà di fare sindacato, perché esisteva solo quello corporativo, emanazione del regime. Per quanto riguarda il voto dei lavoratori non spetta al sindacato entrare nel merito di chi si debba votare. Certo, la contraddizione esiste, ma è un fatto che riguarda la coscienza del lavoratore».

Il pericolo della destra che avanza, secondo il sindacalista, ha già prodotto i primi risultati drammatici, assimilabili alla Shoah durante la seconda guerra mondiale. «Stiamo attraversando un momento storico pericoloso – ha concluso Pagano -. I morti innocenti in fondo al mare, le donne e i bambini lasciati affogare in nome di un decreto, non sono poi tanto diversi dai morti di Auschwitz, Dachau e Birkenau. Chiudere i porti ai migranti equivale ad azzerare la solidarietà tra esseri umani. Questo è inaccettabile».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 31 Agosto 2019
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