Mongol Rally ’19: la “Signora in giallo” di Andrea ed Alessandro arriva in Asia
Il team Pulvis et Benzin, composto da Andrea Lippi ed Alessandro Bossi, dopo tre settimane di Mongol Rally, a bordo della Fiat 128 è giunto al confine tra Uzbekistan e Tajikistan.
Dall’Austria all’Uzbekistan, attraversando via terra Germania, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Romania, Bulgaria, Turchia, Iran e Turkmenistan. Il tutto sulla loro Signora in giallo, la Fiat 128 che Andrea Lippi ed Alessandro Bossi hanno rimesso a nuovo per il loro Mongol Rally.
Il team gallaratese Pulvis et Benzin in poche settimane ha attraversato senza problemi paesi europei ed asiatici, ma non manca di qualche riflessione su questo viaggio: «È incredibile come nel giro di poche settimane e qualche migliaio di chilometri il mondo possa cambiare. Viaggiando in aereo veniamo catapultati in paesi molto diversi dal nostro, senza renderci conto di cosa ci stia nel mezzo», commentano Alessandro ed Andrea, che forse si sentono come gli antichi esploratori quando percorrevano lunghe distanze a terra e vedevano il mondo cambiare sotto i loro occhi. «Il volo ha reso tanti angoli del globo contemporaneamente più vicini e più lontani tra di loro: più vicini perché, come è ovvio, in poche ore si possono percorrere distanze enormi; più lontani perché vengono annullate le connessioni fra regioni e popoli».
Dopo essere arrivati in Asia centrale via terra, infatti, raccontano di poter comprendere più facilmente la cultura del paese ospitante: «Non siamo certo passati senza soluzione di continuità da una pizza margherita ad un plov (piatto nazionale uzbeko, a base di riso, carne di montone e verdure). Durante questa prima parte di viaggio abbiamo mangiato goulash, pesce del Mar Nero ed almeno dieci tipi diversi di kebab: viaggiare via terra unisce e permette di comprendere».
Dopo neanche cinque giorni di viaggio la Fiat 128 aveva attraversato Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria ed era arrivata a Brasov, in Transilvania (Romania), la famosa cittadina in cui sorge il castello del Conte Dracula. Poi è stata la volta di Istanbul e di Goreme (in Cappadocia), dove Alessandro ed Andrea hanno ammirato lo spettacolo delle mongolfiere, e l’Iran, un paese verso cui, purtroppo, si hanno «molti pregiudizi, ma noi siamo stati accolti dagli abitanti come due del posto. Non riusciamo neanche a spiegare a parole la loro gentilezza, la loro cura ed attenzione verso di noi» e che li ha stregati al punto da salutarlo con un «See you soon, magic Iran». Quando si dice che viaggiare apre la mente, sbaragliando ogni pregiudizio: il Mongol Rally è anche questo, incontrare l’altro e conoscere culture diverse.
Infine le strade sconfinate – con qualche buca – del Turkmenistan ed Uzbekistan, da cui ci scrivono raccontandoci del loro viaggio: «In questo preciso momento ci troviamo al confine tra Uzbekistan e Tajikistan. Siamo diretti a Dushanbe, dove ci fermeremo due giorni per riposarci prima di affrontare le montagne di Pamir. La parte più impegnativa del viaggio, sia per noi che per la nostra Fiat 128, che fino ad ora ha percorso ogni chilometro senza esitazioni».
La loro Signora in giallo sta bene, dicono, macina chilometri a non finire e fino ad adesso non hanno avuto problemi. Lo raccontano anche sui social, dove i fan ed i concittadini gallaratesi possono (qui la pagina Facebook; qui, invece, il profilo Instagram) seguire il viaggio del team Pulvis et Benzin facendo finta di essere sulla vecchia Fiat, accanto a loro. Non smettono, poi, di ringraziare tutti i loro sponsor, in particolare Cemb – «che più di tutti ha creduto in noi e nel nostro progetto» – e il meccanico “Peo”, «che non avrebbe potuto preparare meglio la nostra 128».
«Questo è un viaggio che io e Andrea abbiamo sognato per tanto tempo. Per ora non ci ha delusi, anzi, ci ha stupiti. Ci facciamo un in bocca al lupo e speriamo che continui così!». E noi lasciamo il mito italiano addentrarsi in Asia lungo la Via della Seta e vivere appieno questa seconda parte di Mongol Rally.
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