Officina Casona, grazie all’artigianato l’integrazione diventa sostenibile
Quattro giovani under 30 hanno dato vita al progetto “Parallelo - prodotti da scappati di casa” per favorire l'autonomia e l'integrazione dei migranti. Corsi di ceramica, ciclomeccanica, falegnameria, legatoria, sartoria e italiano "pratico"
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Svincolare il fenomeno dei migranti dalla dimensione dell’emergenza per riportarlo nella normalità non è solo un obiettivo etico ma è anche economico. Il progetto “Parallelo – prodotti da scappati di casa” inaugurato nel 2017 dalla cooperativa sociale Officina Casona di Castellanza in questo senso è un caso di scuola perché l’idea di legare integrazione, formazione, artigianato e imprenditoria giovanile ha dato risultati interessanti. (nella foto Francesca Zaupa, Michele Costalonga e Mohamed a Fa’ la cosa giusta)
Tutto è iniziato due anni fa, quando quattro giovani under 30 decidono di dar vita a un’esperienza di artigianato sostenibile per favorire l’autonomia e l’integrazione di migranti e soggetti svantaggiati, in uno spazio requisito alla mafia al civico 18 di via Montello a Castellanza, dove, in collaborazione con il comune, viene realizzato un laboratorio. La sfida è notevole: provare ad andare oltre l’accoglienza – che di per sé è un nobile obiettivo – per offrire una prospettiva lavorativa a rifugiati e richiedenti asilo. Nascono così cinque corsi (ceramica, ciclomeccanica, falegnameria, legatoria e sartoria) a cui se ne aggiunge un sesto per l’apprendimento dell’italiano “pratico” gestito da volontari.
Il bilancio, dopo i primi due anni, è positivo. “Parallelo” ha formato oltre 30 migranti, conta 4 dipendenti, di cui due rifugiati, e oltre 10 collaboratori tra giovani artigiani, designer e consulenti. Un progetto cresciuto rapidamente che con il tempo ha ampliato gli ambiti di intervento e i servizi offerti. E così nei mesi scorsi è stato avviato un percorso di formazione per detenuti e, grazie al sostegno di privati, uno sportello d’ascolto, condotto da una psicoterapeuta e rivolto ai migranti.
La qualità dei prodotti artigianali sostenibili è molto apprezzata. Frutto del corso di formazione e dell’attività di produzione e realizzati con materie prime di recupero, vengono venduti in laboratorio, nei market e da poco anche online su Etsy, l’e-commerce per gli artigiani. «Sotto la guida degli artigiani, i migranti frequentano corsi in cui realizzano borse, astucci e cuscini, ma anche oggetti in legno, rilegano libri e restaurano biciclette per crearne di nuove – spiega Francesca Zaupa, responsabile della formazione – I prodotti sono tanti, tutti caratterizzati dall’incontro tra culture, personalità e competenze».
Il sabato dalle 10 alle 17, il laboratorio organizza anche corsi aperti al pubblico, in cui gli stessi artigiani diventano insegnanti affiancati dai migranti del corso. «Ogni workshop – conclude Michele Costalonga, presidente della cooperativa – è un’occasione di integrazione. Si sta insieme non solo in aula ma anche a pranzo. E alla fine del corso ci si porta a casa un prodotto realizzato con le proprie mani. Positivo anche l’impatto sul territorio soprattutto per quanto riguarda i servizi di riparazioni, lavori su misura e matrimoni. “Parallelo” è uno spazio aperto, un luogo simbolo sia per il quartiere e il territorio che per i servizi offerti e per il clima positivo che si respira».
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