Sarcasmo e commenti sprezzanti non aiutano i bambini
Gli studi di Gottman, l'autostima e il bisogno di critiche costruttive per crescere forti e sicuri, costruendo con pazienza l'autonomia dei figli

“In ogni istante, genitori bene intenzionati sgretolano la fiducia in se stessi dei propri bambini, correggendo continuamente il loro modo di fare, deridendo i loro sbagli e immischiandosi senza bisogno anche quando i figli cercano di eseguire i compiti più semplici”. La frase è dello psicologo americano John Gottman, tratta dal suo libro “Intelligenza emotiva per un figlio”, in cui raccoglie i risultati di alcuni studi condotti dal suo centro di ricerca per dimostrare come le critiche eccessive e i commenti umilianti o sarcastici rivolti ai bambini siano distruttivi per il rapporto con i figli e per la loro autostima.
IL SARCASMO
Spesso atteggiamenti di questo tipo sono inconsapevolmente assunti dai genitori, ad esempio quando si prende l’abitudine di ripetere alla lettera e in tono di scherno, i commenti dei figli. Ad esempio il bambino potrebbe dire: «Non ricordo questa storia». «Non te la ricordi?» risponde il genitore in tono di scherno.
SOSTITUIRSI AI FIGLI
“Durante l’esercizio con i videogiochi, alcuni genitori erano troppo ansiosi per gli errori dei propri bambini, facevano notare loro ogni sbaglio e li soffocavano con una sequela ininterrotta di critiche”, racconta lo psicologo nel libro, aggiungendo che altri genitori addirittura dopo una sequela di critiche arrivano a sostituirsi ai figli nel gioco, dimostrando così di considerarli incapaci.
L’IRRISIONE
Nelle interviste sulle emozioni dei propri figli somministrate dallo psicologo, molti genitori hanno raccontato di reagire ai capricci dei bambini, anche in età prescolare, con l’irrisione e lo sbeffeggiamento. Magari con l’intenzione bonaria di sdrammatizzare. Ma tre anni dopo, una nuova intervista alle stesse famiglie, metteva in luce come quei bambini, cresciuti, erano anche quelli che “sperimentavano le maggiori difficoltà nell’apprendimento scolastico e nelle amicizie e maggiori problemi comportamentali”, scrive Gottman.
CRITICHE SÌ, MA COSTRUTTIVE
Evitare critiche distruttive, e quindi generali e non costruttive quali “non capisci niente”, non ti sopporto più”, “sei sempre il solito”, non significa limitarsi ai soli commenti di lode, che pure se eccessivi o troppo frequenti, finiscono in realtà col generare ansia e la tendenza ad evitare i problemi piuttosto che ad affrontarli.
Le critiche sono fondamentali nel processo di crescita delle capacità e dell’autonomia, purché siano costruttive. Ciò se contengono indicazioni utili a riconoscere l’errore e soluzioni pratiche su come migliorare.
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