Una Svizzera nascosta e affascinante
Da Altstatten a Seenwald, già dai nomi si capisce i luoghi poco conosciuti che il cammino permette di incontrare

Ventidue chilometri in mezzo al niente o quasi. Questa Via Francisca in Svizzera si conferma proprio a metà strada tra un percorso di trekking e un cammino. Del primo ha tutto: i dislivelli, le montagne, la natura, il silenzio. Del secondo il fatto che qua e là è indicato il cammino Jacobeo. In ogni caso a parte io e Tomas non si incontra nessuno che stia percorrendo almeno un pezzo di una tappa. Si fa perfino fatica a farsi mettere un timbro sulle credenziali. In posta per averlo, tra l’altro molto bello, ho dovuto acquistare un francobollo da dieci centesimi. In albergo non me lo hanno voluto nemmeno mettere.
Questo lo capiranno bene tutti quelli che fanno i cammini storici. Nelle piccole chiese, sempre aperte, non c’è anima viva e i punti informativi sono solo nelle grandi città.
La tappa di oggi, tanto per cambiare, è stata bellissima. Un sali scendi bello sostenuto, ma si passa da luoghi fantastici. Il tracciato è tutto in sicurezza e almeno un 80% su sentieri e fuori dall’asfalto che si usa solo in brevi tratti di collegamento.
Oltre a un numero incalcolabile di mucche, capre e pecore abbiamo incontrato nuovamente falchi e un capriolo. Lungo la Via, a pochi chilometri da Altstatten c’è anche una fattoria didattica con tanti animali tra cui una imponente aquila.
Siamo partiti quasi alle nove, memori della giornata di ieri senza cibo per oltre tre ore di cammino, dopo una abbondante colazione. Passo spedito si sale subito un centinaio di metri per arrivare alla cappella di Forst e da lì si resta in quota per poi scendere e risalire in continuazione. Dopo un paio ore ci ha preso un mezzo acquazzone, ma ce la siamo cavata perché è durato poco ed eravamo assistiti da un grande bosco di conifere e faggi.
Peccato averla trovata chiusa, perché lungo la Via si incontra anche la grotta dei cristalli, ma apre solo su prenotazione o nel fine settimana. Siamo arrivati fino a Plona, un borgo di quattro case a sei chilometri da Seenwald, nostra meta finale, con già il sapore del caffè visto che lì c’è una piccola locanda che però, guarda caso, apre solo dal giovedì. Così ci siamo dovuti accontentare giusto dell’acqua fresca della fontana.
La sosta oltre a un momento di riposo è servita a mangiare quel poco che ci era rimasto dalla cena dopo la spesa alla Migros di Altstatten: qualche frutto e un pezzo di cioccolato. Un po’ poco, ma del resto lungo il percorso oggi è andata così.
Una via così resta comunque fantastica per conoscere luoghi nascosti dal grande transito, sebbene ci sia qualche problema con la lingua perché qui si parla solo tedesco e non ci sono tante cose tradotte almeno in inglese. Io per la prima volta mi sono completamente affidato lasciando vincere la pigrizia e senza sforzarmi nemmeno un po’ nel comunicare.
Siamo a due passi dal Liechtenstein, dove dormiremo domani notte. Il tempo resta molto incerto, ma ormai ci abbiamo fatto l’abitudine. Oggi abbiamo superato la metà delle tappe e per arrivare a Coira ce ne restano tre.
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