La vera sfida è dire grazie: la generosità è il motore della società

Il 18 ottobre a Lugano si terrà il simposio “Sinfonia d’Intenti: passioni, visioni e progetti di mecenatismo musicale”. Un confronto sul ruolo della gratuità. Ne parla Elisa Bortoluzzi Dubach

elisa bortoluzzi

Cosa ascolteremmo oggi di Cajkovskij se non ci fosse stata Nadeschda von Meck a sostenerlo?
E cosa osserveremmo di Botticelli o Michelangelo , se non ci fosse stato Lorenzo De Medici?
Dove si curerebbero i varesini se non ci fossero stati i Vedani, i Babini Cattaneo, i Dansi che, nei decenni, impiegarono le proprie ricchezze per costruire i padiglioni dell’Ospedale di Circolo di Varese?

La generosità è un vero motore per la società, è la linfa di un “welfare” che permette ai meno abbienti di godere di servizi e occasioni altrimenti troppo costosi.
Si sa tanto dei grandi della musica o dell’arte, si frequentano gli ospedali, ma poco si conosce di chi, con la sua benevolenza, volle fare quella grande elargizione.

Forse perché la generosità non fa notizia, forse perché c’è il pudore collegato alla riconoscenza. Di fatto, siamo portati a non essere grati verso chi permette la realizzazione di progetti e opere spesso rilevanti, lasciati in eredità all’umanità intera.

Il mecenatismo rimane un tema di nicchia, confinato nei palazzi e nei salotti bene della società.
Con grave perdita di benefici per tutti. Perché “fare del bene” e “ricevere del bene” permette di instaurare rapporti proficui, abbattere barriere di ostilità e diffidenza, costruire ponti per superare le barriere sociali, solidale e reciproco.

Di ponti da gettare e di sinergie da creare fra chi dona e chi riceve parla Elisa Bortoluzzi Dubach che della collaborazione con mecenati e fondazioni ha fatto una professione .

Per favorire lo scambio di know-how ed esperienze, la nascita di nuove reti utili, il Conservatorio di Lugano organizza un simposio dal titolo “Sinfonia d’Intenti- Passioni, visioni e progetti di mecenatismo musicale” (www.conservatorio.ch/simposio), con l’intento di creare un’occasione per riflettere sugli effetti della generosità in senso lato, partendo da casi concreti.

«Oggi la generosità è molto più diffusa di quanto si pensi – rivela Elisa Bortoluzzi Dubach – Siamo talmente concentrati nei nostri pensieri da non accorgerci dell’enorme numero di piccoli gesti, dal valore, magari, apparentatemene insignificante, ma di grande rilevanza nelle relazioni di comunità di cui siamo testimoni quotidianamente».

Ed è proprio dall’essenza del gesto altruistico, dal più piccolo sino alle grandi iniziative di mecenatismo, che l’incontro di Lugano, in programma il 18 ottobre prossimo, muove per creare una suggestione capace di rivelare ciò che non siamo più abituati a vedere.
«Un team di ricercatori dell‘Università di Zurigo guidati da Philippe Tobler e Ernst Fehr ha osservato gli effetti della generosità su alcune specifiche aree del cerebrali, (A neural link between generosity and happiness) dimostrando scientificamente la relazione tra la generosità, la felicità e il benessere psicofisico – commenta Elisa Bortoluzzi – Da queste basi vogliamo partire per proporre una riflessione sulla capacità di trasformazione che ogni donazione ha sulla collettività.
Se ci lasciamo contagiare dall’altruismo gratuito, saremmo ben disposti verso un approccio meno conflittuale e più portato alla fiducia nel prossimo».
Un tema sicuramente delicato e, al giorno d’oggi, difficile da intendere: «L’Italia vanta una lunga e consolidata tradizione nel mondo del volontariato – ricorda la direttrice scientifica del simposio – un esercito spesso silenzioso ma laborioso ed efficace, che porta avanti ampi settori della quotidianità. Per scoprire il bello che c’è attorno a noi, però, avremmo bisogno di un po’ di “silenzio” e una pausa. Oggi si urla troppo, mentre il mecenatismo non usa la gran cassa e la sua voce finisce nel gran vociare di fondo. Iniziamo da qui, dall’ascolto di chi agisce in silenzio, per recuperare le dimensioni di questo fenomeno. Si parte, allora, con la contaminazione perché la
generosità non sia più invisibile e il dono non ingeneri più pudore o reticenza in chi lo riceve, ma acquisti la dignità del riconoscimento per ciò che si è e che si vale. Il rapporto tra beneficiario e beneficiato è tra pari: una condivisione di ricchezze. È un rapporto di gratitudine corrisposta: essere capaci di dire “grazie”. Questa è la vera sfida».

La generosità è un motore potente per avviare nuove imprese, raggiungere mete inedite, creare stimoli diversi: «Chiaramente non è tutto oro – sottolinea Elisa Bortoluzzi Dubach – anche nel
mondo del mecenatismo ci sono distinguo e paletti da mettere. Parliamo dell’etica del denaro, per esempio: questo è un ampio discorso che si deve affrontare con attenzione e onestà grazie alla trasparenza che permea tutto il settore. In questo momento, però, vorrei far emergere le potenzialità di un’evoluzione culturale legata all’altruismo e alla generosità. Un motore sociale di cui c’è grande necessità».

Il dibattito, nel simposio di Lugano, vedrà qualificati e importanti mecenati del mondo della musica che si confronteranno con musicisti la cui carriera è decollata grazie al “matrimonio d’intenti”.
«Come scrisse Pier Mario Vello nel libro “La società generosa” – conclude Elisa Bortoluzzi Dubach –

“Molto prima delle leggi, che regolano i rapporti tra cittadini, e molto più estesamente dei rapporti economici, che muovono le relazioni tra soggetti dotati d’interesse, la generosità si trova alla base dello “stare insieme” dei soggetti civili, siano essi persone o istituzioni. Esiste concretamente la possibilità di realizzare società che siano creative, efficienti e profittevoli e allo stesso tempo
basate su espliciti rapporti di generosità non confinata”».

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

Sono una redattrice anziana, protagonista della grande crescita di questa testata. La nostra forza sono i lettori a cui chiediamo un patto di alleanza per continuare a crescere insieme.

Pubblicato il 10 Settembre 2019
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