Marcello Dudovich: quando la pubblicità è un’arte

Il m.a.x. museo di Chiasso dedica all’artista triestino una mostra con oltre trecento opere

Marcello Dudovich al m.a.x. Museo

Dopo Marcello Dudovich la pubblicità non sarà più la stessa. Cartellonista, illustratore, decoratore e pittore triestino di ispirazione mitteleuropea è considerato tra i migliori disegnatori del Novecento, e grazie alle sue intuizioni rivoluzionò il modo di “fare comunicazione”.

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Marcello Dudovich: quando la pubblicità è un’arte 4 di 7

Il m.a.x. museo di Chiasso in Svizzera, nell’ambito della Biennale dell’immagine di Chiasso Bi11, dedica all’artista una importante retrospettiva che indaga il particolare rapporto tra fotografia e cartellonistica con oltre 300 opere, tra cui 200 fotografie vintage inedite, 32 manifesti originali, 25 schizzi e bozzetti, oltre a riviste dell’epoca, lettere, cartoline e documenti, provenienti da importanti collezioni pubbliche e private.

Nato a Trieste Marcello Dudovich trascorre gli anni della formazione nell’ambiente dell’intelligentia triestina fin-de-siècle e al circolo artistico cittadino dove conobbe Eugenio Scomparini, Arturo Rietti e Guido Grimani. Un viaggio di studio a Monaco si rivelò decisivo per la sua crescita perché fu qui che entrò in contatto con l’evoluzione delle arti figurative in Germania: nei suoi primi manifesti è infatti evidente l’influenza liberty della decorazione e dei nudi allegorici, tipici di Franz Von Stuck, che ebbe occasione di frequentare insieme con A. Boecklin ed altri disegnatori delle riviste secessioniste Pan, Jugend e Simplicissimus.

Il percorso della si apre con alcuni scatti giovanili di Dudovich, in cui l’artista è modello di se stesso in pose raffinate e un po’ dandy e continua nella sala dedicata alla Belle Époque periodo in cui Dudovich, da poco assunto dalla rivista satirica “Simplicissimus” di Monaco di Baviera per esserne il “cronista mondano”, comprende quanto la fotografia possa offrirgli come spunto d’ispirazione ai successivi manifesti pubblicitari. Sono immagini còlte spesso negli ippodromi frequentati dall’alta società, in Italia (ai Parioli) e all’estero, da Parigi a Montecarlo, da Ostenda a Deauville.

La rassegna prosegue analizzando il periodo tra le due guerre (1920-1935), che segna l’apice della carriera di Dudovich, anche da un punto di vista imprenditoriale, essendo divenuto responsabile e direttore artistico della società Star-IGAP dove cura la creazione, distribuzione e affissione dei manifesti murali in tutta Italia.

Diversi sono i soggetti cui s’ispira per realizzare le sue opere di cartellonistica; uno di questi è la vita nei campi, da cui attinse per una serie di bozzetti e manifesti di esposizioni zootecniche. L’altro, è quello dell’universo femminile.

Accanto a queste immagini si trova una serie di opere realizzate per il cinema che negli anni della seconda guerra mondiale visse un vero proprio momento di popolarità.

Uno degli aspetti più interessanti dell’esposizione al m.a.x. museo è la possibilità di tracciare un percorso completo che dall’ispirazione data dalla fotografia, passa al bozzetto a matita o a tempera, fino al manifesto finito. In contemporanea, Villa Bernasconi a Cernobbio (CO) accoglie una speciale sezione della mostra con otto grandi manifesti cromolitografici realizzati nel primo decennio del Novecento e alcune fotografie messe in relazione a essi.

La rassegna sarà ospitata nella primavera 2020 negli spazi della Scuderie del Museo del Castello di Miramare di Trieste.

MARCELLO DUDOVICH (1878-1962)
Fotografia fra arte e passione
a cura di Roberto Curci e Nicoletta Ossanna Cavadini
m.a.x. museo (Via Dante Alighieri 6), Chiasso (Svizzera)
29 settembre 2019 – 16 febbraio 2020
Orari: martedì – domenica, ore 10.00 – 12.00 e 14.00 – 18.00
Info www.centroculturalechiasso.ch

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erika@varesenews.it
Pubblicato il 27 Settembre 2019
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