Da mesi rischiano lo sfratto: “Mi incateno davanti al Comune”

Il 23 settembre la coppia e i figli rischiano di rimanere in mezzo alla strada tra problemi di salute e difficoltà a trovare un lavoro stabile. Il marito è pronto ad un gesto clamoroso

polizia locale

(foto di repertorio)

Il 23 settembre sarà un altro giorno di passione per G.S., sua moglie N.C. e per i loro figli. L’ufficiale giudiziario tornerà a bussare alla porta del loro appartamento Aler per eseguire lo sfratto.

Si tratta dell’ennesimo tentativo di liberare la casa dopo che quelli precedenti, per un motivo o per un altro, sono stati sospesi e rimandati. G.S. è disperato e sta pensando ad un gesto clamoroso per attirare l’attenzione delle istituzioni che – dice – lo hanno lasciato solo: «Dal 2011 non ho un lavoro stabile e non riesco a pagare regolarmente l’affitto. Per un periodo ho lavorato per il Distretto del Commercio e poi per una delle colonie del Comune ma non sono mai riuscito a trovare un lavoro stabile». Anche l’assessorato al Sociale si è occupato di loro ma non si è arrivati a capo di nulla

La moglie, che ha anche diversi problemi di salute, lavora come dipendente pubblico ma il suo stipendio è di poco superiore alla cifra mensile che dovrebbero pagare di affito e un quinto dello stipendio viene sottratto ogni mese per pagare debiti pregressi.

Ora marito e moglie chiedono di non essere lasciati in mezzo ad una strada e fanno appello al Comune perchè intervenga con un supporto.

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 18 Settembre 2019
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