Il reattore di Ispra verrà smantellato: operazioni al via a gennaio 2020
Le operazioni di decommissioning del reattore Ispra-1 sono programmate in tre fasi: attività preliminari, smantellamento del reattore e bonifica finale del sito. Lo smantellamento durerà nel complesso una decina di anni per un costo totale che si aggira intorno ai 60 milioni di euro.
Il reattore di Ispra verrà smantellato. Lo comunica con una nota la società Sogin, che si occuperà delle operazioni da gennaio 2020.
L’ufficialità si è avuta con la firma sul documento che sancisce il trasferimento definitivo alla Società del reattore Ispra-1, situato all’interno del Centro JRC, alla Sogin. L’accordo è stato siglato la mattina di giovedì 26 settembre.
L’atto trasferisce a Sogin la titolarità dell’impianto, in attuazione della legge di ratifica entrata in vigore il 22 maggio di quest’anno: «Con questa firma, Sogin assume la responsabilità dello smantellamento di un ulteriore impianto nucleare italiano, dopo le quattro centrali nucleari – Trino, Caorso, Latina e Garigliano – e i cinque impianti di ricerca legati al ciclo del combustibile – Eurex di Saluggia, Fn di Bosco Marengo, Opec e Ipu di Casaccia e Itrec di Rotondella. Si riconosce così il valore dell’esperienza acquisita da Sogin nel decommissioning e nella gestione dei rifiuti radioattivi», si legge nbella nota della società.
Le operazioni di decommissioning del reattore Ispra-1 sono programmate in tre fasi: attività preliminari, smantellamento del reattore e bonifica finale del sito. Tali attività saranno avviate solo a valle dell’approvazione da parte dell’Autorità di controllo, Isin, dell’istanza di smantellamento, che Sogin presenterà entro gennaio del prossimo anno. Lo smantellamento durerà nel complesso una decina di anni per un costo totale che si aggira intorno ai 60 milioni di euro.
Il reattore Ispra-1, un reattore termico eterogeneo di tecnologia americana, è stato costruito dal Consiglio Nazionale Ricerche Nucleari – successivamente Cnen e poi Enea – fra il 1957 e il 1958, e rappresenta l’ultima versione della serie Chicago-Pile research reactors sviluppata da Enrico Fermi. Con una potenza di 5 MW, è stato il primo reattore nucleare di ricerca, utilizzato a fini di sperimentazione e non di produzione di energia, realizzato in Italia, in esercizio dal 1959 al 1973.
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