Simmons, esordiente in Serie A a trent’anni: “Fidatevi, sono di questo livello”
Il nuovo pivot è l'ultimo giocatore della Openjobmetis a presentarsi a stampa e tifosi. «Bello essere qui con Mayo, del basket italiano amo la preparazione tattica»
Ha un compito gravoso: sostituire – e possibilmente far dimenticare – Tyler Cain nel cuore dell’area e in quello dei tifosi della Openjobmetis. Jeremy Simmons, però, nel suo precampionato ha mostrato bella attitudine e buoni numeri così da far ben sperare il pubblico biancorosso. Il nuovo pivot della Pallacanestro Varese ha concluso oggi la “tournée” di presentazione dei nuovi giocatori nelle sedi di alcuni sponsor della società: oggi (lunedì 23) è toccato al quartier generale di Tigros a Solbiate Arno, con il patron Paolo Orrigoni (nella foto in alto) omaggiato di una maglia autografata da tutta la squadra.
CHI È
Esperto ma esordiente in Serie A: Jeremy Simmons viene dalla Louisiana dove è nato nell’agosto dell’89 e ha alle spalle diverse stagioni in Italia ma non nel massimo campionato. Ha infatti giocato prima a Scafati e poi a Montegranaro in A2 e in Campania è già stato compagno di squadra di Josh Mayo agli ordini di coach Perdichizzi che in QUESTA intervista ci parlò di entrambe. Simmons, alto 2,03, ha frequentato l’università di Charleston e ha all’attivo qualche altra esperienza internazionale: la più importante a Bruxelles nella A belga, la più curiosa (ma breve) in Arabia Saudita a Gedda. E in Slovacchia ha giocato a Levice, la città di un grande pivot biancorosso del passato, Richard Petruska.
Simmons impegnato contro il GalatasarayCOSA HA DETTO
LA PRIMA IMPRESSIONE SU VARESE – «Il mio primo approccio con la squadra è stato molto positivo: allenamenti e partite sono andate bene, anche sul piano personale. Chiaramente c’è ancora molto da fare ma la prima impressione è stata davvero positiva: sono ottimista per quello che potrà essere il futuro».
SUL SUO ARRIVO IN SERIE A – «A livello generale ho trovato, in queste prime amichevoli, avversari più grossi e veloci rispetto a quelli che giocano in A2, però credo che la differenza maggiore stia nella mentalità con cui si affrontano gli impegni, o almeno io ho avuto questa impressione in allenamento e in partita. Il coach è una persona molto attenta ai dettagli, gli piace lavorare sulla posizione dei giocatori in campo e su tanti altri aspetti di questo genere. D’altra parte il livello del basket italiano mi è sempre piaciuto e io sono convinto di poter stare anche in A1: da giocatore mi piace vedere come i tecnici preparano le partite sotto l’aspetto tattico e anche per questo dopo essere stato a Scafati sono tornato a Montegranaro e ora a Varese. Aspetti negativi? Beh, in Italia forse mi fischiano pochi falli a favore».
ME AND JOSH – «Come sapete, io e Josh Mayo siamo già stati in squadra insieme. A Scafati giocammo un’ottima stagione così dopo quella annata siamo rimasti in contatto e io ho seguito molto la sua carriera, comprese le stagioni ad alto livello in Germania. Avere in squadra uno come lui è per me importante e ci siamo sentiti anche al momento di firmare per la Openjobmetis. Ovvio, ognuno ha preso la sua decisione in autonomia, ma sapere di ritrovare una persona e un giocatore cui si è stati legati è un aspetto importante per entrambi».
SUL TIRO DALLA MEDIA (che Simmons ha mostrato con profitto nelle amichevoli precampionato) – «All’inizio della carriera ero un giocatore atletico, interno e schiacciatore, poi ho cominciato a lavorare anche sul tiro dalla media. Mi sono allenato ogni anno di più e penso di essere migliorato in questo fondamentale: è una soluzione che cercherò di usare in campo anche perché l’allenatore mi ha detto di non pensarci due volte: se avrò spazio, ci proverò».
CON SASSARI CI PROVIAMO – «Giovedì esordiremo in campionato contro il Banco Sardegna, squadra molto forte che lo scorso anno ha giocato la finale e che ha appena vinto la Supercoppa. Sassari ha giocatori di esperienza e talento ma noi arriviamo alla partita dopo una prestagione lunga, quindi non vediamo l’ora di mettere in campo tutto ciò che abbiamo per vincere la partita. E del resto se vogliamo provare ad andare ai playoff, questa è una gara che dobbiamo vincere».
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