Approvato il progetto definitivo, ecco come si trasformerà l’ex carcere
Approvato il progetto definitivo per trasformare le vecchie prigioni della città in un polo culturale. Un intervento da oltre 800.000 euro a carico dei privati che hanno costruito in Piazza Vittorio Emanuele II

Ci vorrà almeno un anno di tempo prima di poter entrare nel nuovo ex-carcere di Busto Arsizio. L’amministrazione ha infatti dato il via libera al progetto definitivo che vuole trasformare le vecchie prigioni della città in un ampliamento del polo culturale di biblioteca e civiche raccolte d’arte. Il progetto si inserisce nel piano di interventi pubblici da oltre 2,3 milioni a carico SO.CE.BA, l’azienda che ha realizzato il vasto intervento urbanistico di Piazza Vittorio Emanuele. Di quei fondi più di 800.000 andranno proprio negli interventi di recupero dell’ex carcere.
“Il progetto cerca di non stravolgere, oltre il necessario, l’attuale struttura dell’immobile -si legge nei documenti di progettazione-. Buona parte degli interventi saranno necessari per la messa a norma dell’immobile, sarà evidentemente necessario provvedere al rifacimento completo della copertura e realizzare ex novo tutta la parte impiantistica”. Rispetto alle ultime versioni circolate in questa definitiva c’è stata una “revisione in relazione alla parere della soprintendenza [che] ha portato ad intervenire con una nuova distribuzione degli spazi al fine di limitare al massimo le demolizioni e ridimensionando la struttura esterna del vano scala/ascensore“.
Così all’interno da un lato “saranno mantenute le volte del soffitto realizzate con mattoni pieni” ma dall’altro “si dovrà procedere con una ridefinizione degli spazi interni con piccoli interventi sulle murature esistenti per adeguare gli accessi e realizzare i blocchi bagni”. Questione a parte quella dell’accessibilità per la quale verrà realizzato “un collegamento tra l’attuale accesso posteriore, mantenendo in esercizio il portoncino d’accesso esistente”. In questo senso “tale soluzione autorizzata con parere dalla Soprintendenza prevede collegamento più diretto verso la contigua Sala Monaco, creando un passaggio che consenta il superamento della storica carpinata posta tra l’edificio carcerario e la sala“.
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