In corteo per difendere i diritti dei lavoratori
Sfilata dalla Prefettura sino a via Copelli sotto le bandiere della Cub per chiedere la salvaguardia dei posti di lavoro delle donne delle pulizie nelle scuole ma anche maggiori tutele e riconoscimenti
I diritti dei lavoratori sempre più deboli. La finta lotta ai grandi evasori. Ma, anche, il decreto che riporta all’interno della Pubblica Amministrazione il ruolo di addetto alle pulizie che rischia di escludere molte attuali lavoratrici. Oltre alla sicurezza sul lavoro e persino la guerra in Turchia.
Molti, oggi, i temi dello sciopero indetto dalle sigle sindacali di base e che a Varese ha visto la confederazione Cub portare in corteo quasi duecento persone, di tutti i settori, dalla sede della Prefettura fino all’Ufficio scolastico per chiedere che il decreto per assumere all’interno della PA le addette delle cooperative di pulizia nelle scuole non diventi un boomerang per le stesse lavoratrici: « In Lombardia ci sono circa 400 donne – spiega Antonio Ferrari segretario nazionale FLM Uniti Cub – Alcune di loro rischiano di essere escluse dai requisiti previsti che sono 10 anni di attività e la licenza media. Una decina di lavoratrici in provincia di Varese, per esempio, non ha ancora il titolo e lo sta conseguendo. Chiediamo che venga data loro la possibilità di terminare il percorso formativo».
Una rappresentanza del corteo, scortato dalla Polizia e dalla Polizia Locale, è stata ricevuta dal dirigente Giuseppe Carcano che ha detto di comprendere le motivazioni della richiesta.
Quindi i dimostranti sono tornati verso la Prefettura per poter esporre ai rappresentanti dello Stato le preoccupazioni per i diritti dei lavoratori che non trovano adeguata attenzione sia in termini economici sia di sicurezza: « Contestiamo anche i sindacati confederali – ha commentato Eugenio Busellato segretario provinciale Cub – che firmano contratti dove si parla ormai solo di Welfare e non di riconoscimenti economici. Ampio è, poi , il capitolo della sicurezza sul lavoro perché abbiamo ancora numeri molto preoccupanti di vittime. Questo governo non sta attuando una vera politica di lotta all’evasione dei grandi evasori, che, da sola, potrebbe portare nelle case dello stato capitali paragonabili a sei finanziarie».
Tra i dimostranti, anche alcune lavoratrici della grande distribuzione che lottano per la politica di apertura domenicale: « Ormai non viene neppure più considerato un giorno festivo – commenta una commessa di una grossa catena – i nuovi assunti firmano contratti che già prevedono il lavoro festivo con incentivi veramente bassissimi».
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