I danni della guerra e come opporsi: una serata al Castello dei Missionari
Sabato 26 ottobre alle 20.30 "Abbasso la guerra" presenta il libro "Epidemiologia della guerra infinita" di Maurizio Marchi e il dossier "Nessun approdo alla guerra", sulla lotta dei portuali in corso a Genova
L’organizzazione di volontariato “Abbasso la guerra” organizza per la serata di sabato 26 ottobre un incontro sul tema “I danni della guerra e come opporvisi” che si terrà a partire dalle 20.30 al Castello dei Missionari comboniani di Venegono Superiore.
Durante la serata saranno presentati il libro “Epidemiologia della guerra infinita” di Maurizio Marchi (Medicina Democratica di Livorno), con la partecipazione dell’autore del libro, e il dossier “Nessun approdo alla guerra“, sulla lotta in corso a Genova contro la compagnia saudita Bahri e i traffici di armi al porto, a cura di uno dei protagonisti di questa lotta.
Maurizio Marchi esporrà l’esito delle sue ricerche sugli effetti, in termini di vittime e di distruzioni ambientali, degli 82 conflitti militari combattuti tra il 1945 e il 2015.
«Sintetizzando dati di ogni singola guerra egli è in grado di dimostrare che nell’insieme questi conflitti hanno causato 24 milioni di morti diretti – dice Elio Pagani, presidente di “Abbasso la guerra” – A questi se ne aggiungono altrettanti stimati per epidemie, carestie, esodi forzati di massa, inquinamento di grandi territori: quindi in totale, 48 milioni di morti, l’equivalente dei morti della 2° guerra mondiale, altro che 70 anni di pace. Il libro nasce dalla volontà di lottare contro le guerre ovunque siano combattute e di sfatare il mito che la Nato abbia garantito la pace nel secondo dopoguerra, ma anzi si dimostra come essa abbia ampiamente contribuito a questo esito devastante».
Christian, del Collettivo Autonomo dei Lavoratori Portuali di Genova, illustrando il contenuto del dossier racconterà le motivazioni, le tappe e gli esiti della lotta che ha finora impedito che sistemi d’arma fossero caricati dal loro porto con destinazione Arabia Saudita, in guerra contro lo Yemen.
I portuali hanno lottato contro un sistema che vede porti aperti a materie prime, spesso sporche del sangue delle persone che le hanno estratte, porti aperti alle armi di ogni tipo, per ogni situazione di conflitto bellico, ma chiusi ai migranti che spesso fuggono proprio per sottrarsi a quello sfruttamento e a quelle guerre. Una logica da rifiutare.
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