Gli studenti dello scientifico: “Ridateci la via del fumo”
Trovata chiusa la scorciatoia che permette ai ragazzi di camminare in sicurezza prima della campanella. E loro scrivono una lettera aperta sul giornalino telematico della scuola
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«Arridatece la via del Fumo!».
L’appello accorato arriva dagli studenti del liceo scientifico di Luino che hanno preso tastiera e mouse (la vecchia “carta e penna”) per scrivere un appello accorato sul “Sereni News”, il notiziario telematico della scuola.
Il problema è di quelli che lasciano traccia nel patema d’animo di mamme e nonne quando sanno che i loro ragazzi sono obbligati a percorrere strade pericolose per raggiungere la scuola.
Non a caso l’intervento ha come titolo: “Il caos della via del fumo”.
«Per chi non fosse a conoscenza di cosa sia la Via del fumo, questa è un viale pedonale in parte, che collega l’incrocio tra Via Lugano e Via Menotti con Piazza San Francesco», esordiscono i ragazzi.
«Negli scorsi giorni il cantiere in costruzione, presente da almeno 10 anni, ha senza alcun preavviso costretto gli studenti a scendere o a salire a piedi per Via Lugano. Questa strada presenta un marciapiede solo nella zona della fermata degli autobus. Scendere o salire per quella strada è estremamente pericoloso, in quanto le curve strette e fiancheggiate da muri alti o piante ne riducono drasticamente la visibilità.Inoltre essendo Piazza san Francesco e il Liceo Sereni posti su due lati differenti della strada, è necessario ad un certo punto attraversare la carreggiata in punti notevolmente rischiosi».
«Molto spesso la Via del Fumo è stata chiusa al transito di pedoni per i lavori i quali oltretutto subiscono cambi di progetto periodici, e di cui ormai ci siamo fatti l’abitudine, ma questa volta è stato leggermente diverso. Il cantiere non presentava da nessuna parte cartelli o indicazioni riguardanti la chiusura, oppure non sono stati resi visibili. E inoltre le mattine e i pomeriggi di chiusura della strada si sono alternati a sorpresa con mattine e pomeriggi di apertura, portando gli studenti e non solo ad dover scommettere sulla percorribilità e creando un caos di massa».
«Nella speranza che il progetto venga finito il prima possibile, ci auguriamo che episodi del genere non accadano più».
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