Internet compie cinquant’anni
Mezzo secolo fa la prima connessione tra due computer. Fu l'inizio di una rivoluzione che ha cambiato il mondo. All'epoca la rete si chiamava Arpanet, dall'acronimo dell'Advanced Research Projects Agency

Era il 29 ottobre 1969. L’estate aveva visto l’uomo sbarcare per la prima volta sulla Luna. Ci fu Woodstock, certo, e le proteste contro la guerra in Vietnam. In Italia si andava incontro ad una delle stagioni più buie della storia contemporanea, “inaugurata” il 12 dicembre con lo scoppio della bomba di piazza Fontana. Il 29 ottobre, però, il professor Leonard Kleinrock dell’Università della California di Los Angeles riuscì a trasmettere la parola “login” ad un computer che si trovava allo Stanford Research Institute, a circa 500 km di distanza.
O almeno, ci provò, visto che il sistema andò in crash dopo le prime due lettere. Ma poco importava: era nata Internet. Certo, ci sarebbero voluti una ventina d’anni perché Tim Berners Lee codificasse il linguaggio di programmazione Html e definisse il protocollo di transferimento delle informazioni Http, creando la rete come la conosciamo oggi. E ci sarebbe voluto qualche anno ancora prima che computer e connessioni conoscessero una diffusione a livello domestico. Ma il sentiero era tracciato.
All’epoca la rete si chiamava Arpanet, dall’acronimo dell’Advanced Research Projects Agency, un’agenzia che fa capo al Dipartimento della Difesa del governo degli Stati Uniti. Beninteso, nonostante questa affiliazione, Internet non nacque per scopi militari. È vero, l’idea di fondo fu del generale Dwight Eisenhower, l’uomo che guidò le truppe alleate durante lo sbarco in Normandia. L’obiettivo era quello di velocizzare i collegamenti tra gli scienziati che in diverse parti del Paese lavoravano ai progetti di esplorazione spaziale.
Dal crash di quell’ottobre 1969 è trascorso mezzo secolo. Le connessioni sono sempre più veloci, è nato il mobile e oggi, secondo l’edizione 2019 del Global digital report 4,4 miliardi di persone utilizzano Internet. Quel crash iniziale è stato insomma tutt’altro che di cattivo auspicio.
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