La diga Panperduto “patrimonio mondiale”
Porta un nome che ricorda le improbe fatiche del passato, ma in 135 anni la diga ha cambiato il paesaggio e creato sviluppo: per questo ha ricevuto un premio internazionale
Non è il prestigioso riconoscimento di “bene dell’umanità” dell’Unesco, ma è comunque un riconoscimento importante: la diga di Panperduto, sul fiume Ticino a Somma Lombardo, ha ottenuto infatto infatti l’iscrizione nell’ICID Register of World Heritage Irrigation Structures.
(foto: Giuseppe Gambarota)
“Uno straordinario esempio di diga che ha portato alla creazione di un paesaggio agricolo artificiale, indispensabile allo sviluppo agricolo ed economico nella regione” recita la motivazione dell’International Commission on Irrigation and Drainage. La diga di Panperduto risale al 1884 (completamento dei lavori): fu creata per derivare, dal Ticino, le acque destinate al canale Villoresi, grande opera pensata dall’omonimo ingegnere per irrigare l’alta pianura lombarda, fino al limite orientale costituito dal fiume Adda. La pianura asciutta, infatti, aveva una resa molto inferiore rispetto a quella della pianura irrigua a Sud di Milano.
La scarsa resa agricola di tanti terreni (in particolare proprio nell’area dell’Alto Milanese) aveva comunque già spinto verso la nascente industrializzazione: all’inizio del Novecento il bacino di Panperduto divenne così anche punto di derivazione anche del canale Industriale, destinato ad alimentare la centrale idroelettrica di Vizzola Ticino e poi anche quella di Tornavento, a Lonate Pozzolo. Le acque del Ticino andarono così a dare la vita non ai campi coltivati, ma alle centrali che producevano energia per le fabbriche e per una delle prime ferrovie elettriche in Italia (se non d’Europa).
Insomma: il Panperduto ha avuto una storia quasi inaspettata. Continuata oggi, grazie al Consorzio Villoresi, anche con l’uso delle sponde dei canali come assi di mobilità dolce e cicloturismo, con la casa del custode al Panperduto trasformata anche in frequentato ostello.
Alla cerimonia di premiazione per il riconoscimento di patrimonio mondiale, tenutasi a Roma martedì 8 ottobre alla Sala Medici del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, sono intervenuti il presidente del Consorzio ETVilloresi Alessandro Folli, il direttore generale Laura Burzilleri e il direttore amministrativo Massimo Lazzarini. Hanno ricordato che la diga è oggi punto di nascita di «un reticolo estremamente vasto e ramificato sul territorio, di cui l’impianto di Panperduto rappresenta la perfetta sintesi a metà tra funzionalità e pregio paesistico».
Il Panperduto è reduce da un altro recente riconoscimento, questa volta a livello locale. Il sito al centro del progetto Museo diffuso del Panperduto si è aggiudicato il primo premio Maestri Comacini 2019 nella categoria Spazi pubblici, paesaggi e infrastrutture urbani, infrastrutture ed ingegneria ambientale.
Una grande festa, a 135 anni dalla nascita dell’opera. Dimostratasi davvero lungimirante, superando anche la maledizione di quel nome – Panperduto – che portava in sé il ricordo di improbe fatiche dei navigatori del Ticino del passato: secondo le due interpretazioni più diffuse, il nome Panperduto si riferisce infatti ai carichi dei barconi persi nel tratto più pericoloso del fiume oppure alla fatica dello scavo di un più antico canale mai completato.
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