La sanità nell’era dei social: “I motori di ricerca devono essere più rigorosi”
Il Presidente dell'Ordine dei Giornalisti Galimberti ha chiesto un controllo più serio sui materiali che vengono pubblicati e indicizzati
Siamo tutti social, iperconnessi, internet dipendenti. Siamo informati ma anche bombardati di notizie. Capire nel mare magnum di informazioni cosa è buono e cosa no, cosa è giusto e cosa sbagliato non è facile, tanto meno quando si tratta di ricerche che riguardano la nostra salute.
Da un’indagine Gfk Eurisko emerge che la rete è la terza fonte di nozioni per quanto riguarda malattie e disturbi dopo il medico di base e lo specialista.
Il tema, delicato e sempre più attuale, è stato affrontato questa mattina nell’ambito dell’annuale simposio organizzato dall’Ordine dei medici Chirurghi e Odontoiatria della Provincia di Varese. Ospiti del presidente Roberto Stella che ha presieduto i lavori, hanno parlato l’avvocato e collaboratore del Sole24ore Paola Maddalena Ferrari, il professore di Ingegneria gestionale al Politecnico di Milano Emanuele Lettieri, il direttore generale dell’Irrcs di Pavia San Matteo Carlo Nicola e il presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia Alessandro Galimberti. A fare gli onori di casa anche il preside del Corso di laurea in Medicina dell’Insubria professor Giulio Carcano.
« Comunicare correttamente temi medici e sanitari è un’impresa sempre più difficile nell’epoca delle fake news – ha spiegato Roberto Stella – La fanno da padrone le ricette più miracolose, le terapie straordinarie, i percorsi di cura “fai da te”. Scienza e competenza finiscono per diventare fastidiosi ostacoli, quando non i nemici numeri uno del circolo mediatico e dei sentimenti populisti che albergano tra gli utenti del web».
Non è certamente tutto da buttare nella vita virtuale: «Ci sono molti esempi in Italia e ancora di più nei paesi anglosassoni, di un utilizzo dei social media da parte di ospedali, istituzioni sanitarie e associazioni di pazienti quale strumento di comunicazione per informare in modo attivo il pubblico, per sensibilizzare e promuovere campagne di prevenzione, per suggerire stili di vita e comportamenti salutari».
Chiede interventi mirati ai grandi attori del web, motori di ricerca che agiscono come veri e propri editori, anche il Presidente dell’ODG Galimberti: «Oggi siamo immersi in una specie di melassa, in cui ognuno può fare da sé una specie di quotidiano sui social e al lettore disattento dei social le differenze sono praticamente impercettibili. Il percettore di notizie in campo medico è in condizioni di debolezza e spesso queste informazioni alimentano le paure più recondite».
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