Lavori sulla statale, la città si interroga sui cantieri
Il grande progetto per la ristrutturazione dei viadotti è argomento di interesse per il Consiglio. Guerra ai mezzi pesanti in città e ricerca delle alternative per bypassare i disagi
È la strada dei frontalieri. È la strada della vita per Luino: per questo la statale 394 “tappata” verso nord con più di un chilometro e mezzo di cantieri per oltre 400 giorni preoccupa.
E lo fa nel momento solenne che riguarda la vita politico amministrativa della città – il consiglio comunale – così come nelle riflessioni di quanti, a breve, saranno toccati dai lavori che serviranno per rinforzare i viadotti su quella che da tempo è stata ribattezzata come “l’incompiuta”.
Ne ha parlato nell’intervento iniziale della seduta di lunedì il capogruppo di minoranza Franco Compagnoni che ha chiesto di tenere accesi i riflettori su questo argomento, ringraziando fra l’altro l’attivismo di alcuni cittadini che fotografando l’anno scorso le condizioni dei manufatti dal lago (foto finite poi sui giornali) hanno fatto da sprone affinché Anas mettesse sul piatto i 9 milioni per la ristrutturazione della strada che, secondo quanto sempre sottolineato da Compagnoni nel suo intervento «è già pericolosa e andrebbe chiusa rispetto ad alcuni traffici già pesanti perché una sua componente regge sulla montagna e l’altra è già pericolante e impone ad Anas di intervenire senza attendere una stagione migliore».
I discorsi e i ragionamenti del consiglio hanno riguardato a tal proposito anche il transito dei mezzi pesanti in città.
Secondo il consigliere Pietro Agostinelli ve ne sono alcuni di peso eccessivo che transitano anche nella centralissima via XV Agosto: «Mezzi da 40 tonnellate che passano dove il limite imposto dalla legge in quel tratto è di 3,5».
Un appunto registrato dal sindaco Andrea Pellicini che ha dato indicazioni verbali seduta stante ai responsabili d’area per verificare che vengano adottati provvedimenti per evitare passaggi non appropriati.
Il tema relativo al transito dei mezzi pesanti (e quindi non solo lungo la statale) ha riguardato anche l’ipotesi di impiego della “arterietta” stradale che permetterebbe da Colmegna di raggiungere Dumenza in località Sant’Orsola e giungere quindi a Poppino (nella foto).
Una strada che c’è, ma con fondo sdrucciolevole e che anche in questo caso presenta il problema del transito vietato sopra le 3,5 tonnellate. Percorrerla già oggi in auto è possibile allungando il tragitto che si dipana dalla 394 verso Luino di almeno 20 minuti (il limite è di 30 orari).
Una soluzione dunque difficilmente percorribile per i frontalieri che volessero saltare un pezzo di senso unico alternato lungo i cantieri (è la soluzione viabilistica fino ad ora prospettata). Che fare? Una ipotesi è certamente quella di sfruttare fino in fondo una strada alternativa che oggi esiste: il treno.
Su questo è intervenuto l’assessore Alessandra Miglio che ha annunciato un incontro in Regione a breve già fissato: «Ci è poi pervenuta una richiesta per quel che riguarda il potenziamento del trasporto ferroviario verso la Svizzera: il “cadenzato biorario“ è ritenuto oggi insufficiente per determinati orari. Si vorrebbe riuscire a dare la possibilità a più lavoratori di utilizzare il treno verso nord: se oggi vi fosse un treno ogni ora con partenza dalle 5.30 questo avrebbe decisamente fatto sentire meno i disagi per i lavori sulla statale. Domani (oggi) parte un progetto interessante in Svizzera dove le aziende finanziano navette che dalla stazione di San Nazzaro (Gambargno ndr) portano i pendolari sul posto di lavoro in maniera efficiente. La programmazione ferroviaria ha tempi lunghi e quello che si programma oggi si realizza tra due anni. Disagi ce ne saranno fino a quando i lavori non saranno terminati, nel 2022».
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