L’olfatto tecnologico svelerà da dove vengono le puzze dell’Olona
Siglato protocollo d'intesa tra Politecnico, aziende sospettate, i tre comuni e gli enti preposti per trovare l'origine dei cattivi odori che ammorbano il triangolo tra Castellanza, Olgiate e Marnate
Un protocollo d’intesa sottoscritto da tutte le parti in causa (Comuni, Università e società private) per risolvere il problema degli odori molesti provenienti dal fiume Olona. La soluzione del problema deve necessariamente passare attraverso dati scientifici che definiscano con esattezza dove sia il problema: un problema un po’ più complicato di come è stato rappresentato da alcune realtà del territorio.
E’ quanto concordato nel corso di un tavolo di confronto tenutosi a Palazzo Brambilla di Castellanza nei giorni scorsi alla presenza di tutte le parti interessate. E precisamente: Comune di Castellanza, Comune di Olgiate Olona, Comune di Marnate e Politecnico di Milano – Dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria “Giulio Natta” e quattro aziende direttamente interessate, Provincia, ATS, ARPA.
All’interno degli accordi contenuti nel protocollo d’intesa – che avrà la durata di un anno e che conclude un lungo percorso – il Comune di Castellanza svolgerà un ruolo di promozione e di coordinamento del tavolo tecnico costituito dal Politecnico, dalle Società Firmatarie e dagli enti preposti al controllo (ATS, ARPA, Provincia). I Comuni di Castellanza, Olgiate Olona e Marnate – per i quali tutte le indagini e le attività svolte dal Politecnico saranno a costo zero per le amministrazioni pubbliche in quanto a carico delle società private che si sono rese volontariamente disponibili – promuoveranno il coinvolgimento della cittadinanza con la raccolta di segnalazioni.
Da parte sua il Politecnico, oltre ad occuparsi delle indagini olfattometriche e della produzione dei modelli di dispersione, supporterà i Comuni rispetto al coinvolgimento dei cittadini, attraverso incontri pubblici, e per altre iniziative informative che si rendessero necessarie.
Le Società private si impegneranno ad affidare l’incarico di effettuare le indagini olfattometriche e di produzione dei modelli di dispersione al Politecnico, sostenendone il costo; consentire al Politecnico stesso di mettere a disposizione dei Comuni e degli enti preposti al controllo tutti i dati, documenti e informazioni che verranno prodotti dalla ricerca; consentire la diffusione alla cittadinanza dei risultati dell’indagine.
«Si tratta di un risultato importante – spiega il Sindaco della Città di Castellanza, Mirellla Cerini – perché finalmente siamo arrivati alla conclusione di un lungo percorso e alla sottoscrizione del protocollo d’intesa e all’avvio delle attività concrete. Importante perché le Amministrazioni comunali hanno pochi strumenti a disposizione per contrastare questi fenomeni e possono solo segnalare tempestivamente le situazioni di criticità agli enti preposti. Essere riusciti a mettere attorno ad un tavolo e a mettere d’accordo tutti gli enti preposti e le società private direttamente interessate rappresenta un grande successo per la tutela della salute dei cittadini, che è nostro impegno garantire così come dare risposte alle domande relative al diritto di respirare».
«Condivido l’importanza del risultato ottenuto dopo un lungo lavoro e ringrazio la Collega Mirella Cerini per la tenacia con cui ha coordinato l’iniziativa. – aggiunge il Sindaco di Marnate M. Elisabetta Galli-. Da cittadina ho sempre avuto a cuore la problematica, ora da Amministratore posso essere concretamente partecipe del progetto volto ad individuarne cause e soluzioni, nella convinzione che proprio la formula di collaborazione adottata sia la peculiarità che rende il progetto efficace».
«Il risultato raggiunto con questa collaborazione tra Politecnico, Comuni del territorio e cittadini stessi – dice il Sindaco di Olgiate Olona Giovanni Montano – volta in primo luogo a garantire la salute e la tranquillità della popolazione del territorio, che è sempre stata la priorità di noi amministratori, dimostra che si giungerà a una soluzione solo se i Comuni e gli enti preposti lavoreranno insieme alla società civile».
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