Nell’industria metalmeccanica lombarda aumenta la cassa integrazione
Un aumento del 71% dei lavoratori collocati in cassa integrazione rispetto al 2018. Andrea Donegà, segretario generale della Fim Cisl Lombardia: «I posti di lavoro non si creino per decreto»
«I dati Inps sull’aumento della cassa integrazione trovano conferma anche nelle imprese metalmeccaniche lombarde, dove abbiamo registrato un aumento del 71% dei lavoratori collocati in cassa integrazione rispetto al 2018. Tradotto, significa 16.502 tute blu coinvolte rispetto alle 9.647 degli ultimi sei mesi del 2018». Lo sottolinea Andrea Donegà, segretario generale della Fim Cisl Lombardia, ricordando che anche i licenziamenti collettivi sono aumentati «in modo preoccupante registrando un aumento del 189%, a conferma delle preoccupazioni della tenuta del settore e del fatto che diverse imprese hanno esaurito la possibilità di utilizzo degli ammortizzatori sociali conservativi».
I dati confermano anche il rallentamento della produzione industriale che si traduce, oltre che nell’aumento delle ore di cassa integrazione, nella riduzione delle stabilizzazione e dei contratti a tempo indeterminato. «È la rappresentazione di come i posti di lavoro non si creino per decreto – afferma Donegà – ma soltanto mettendo le imprese nelle condizioni di agganciare filiere ad alto valore tecnologico in grado di creare ulteriori opportunità lavorative e investendo sulla cura delle competenze e sulla valorizzazione del capitale umano. Il rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici, la cui trattativa inizierà il 5 novembre prossimo, può dare una spinta decisa in questa direzione».
Diverse imprese, sottolinea il segretario generale della Fim Cisl Lombardia, stanno affrontando la frenata produttiva riducendo le turnistiche, un campanello d’allarme che non va sottovalutato e che potrebbe annunciare un ulteriore aumento dell’utilizzo della cassa integrazione. «Una situazione complicata che rischia di aggravarsi ulteriormente per via del rallentamento prolungato della Germania – conclude Donegà – Il Governo deve rimettere il lavoro, l’industria e gli investimenti al primo posto dell’agenda politica».
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