Paesi che scompaiono
Un incontro di studio sulle "Aree interne", zone legate allo spopolamento su cui deve aprirsi una riflessione
Paesi vuoti. Aree interne: territori “rugosi” dove la distanza dai servizi è problema di tutti i giorni.
Il termine “rugoso” è preso in prestito dall’introduzione di Franco Arminio, paesologo, che descrive visivamente l’apparente marginalità di questi luoghi: “Montagne, laghi, stradine sterrate, campi e semenze: tutto questo concorre a creare un immaginario idilliaco ma semplificatore della realtà delle aree interne.
Il tema è uno dei fili rossi affrontati nell’Aula Magna della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Ferrara nel corso del festival del settimanale Interazionale.
Si crede siano luoghi statici, immobili e che nel tempo non cambiano. Per la verità il cambiamento c’è ed è soprattutto di popolazione. La decrescita demografica in alcune zone va avanti da almeno 150 anni, ed è impensabile risolvere il problema con la logica dei fondi per lo sviluppo” (nella foto Craco, paese disabitato non distante da Matera).
Con il governo centrale il team di ricercatori di cui Arminio fa parte ha cercato di mappare le aree interne: ne è venuto fuori un quadro complesso, di cui fa parte il 60% del territorio e un 25% della popolazione nazionale.
Antonia Carparelli, commissario europeo, conferma come l’UE, dopo l’istituzione del Fondo Sociale Europeo nel 1958 abbia lasciato nell’ombra la tematica delle disuguaglianze, ma non perde la speranza: “Con il nuovo bilancio 2021-2027 si è assistito ad un rilancio di priorità, come la questione migratoria e la digitalizzazione, che promettono un cambiamento in positivo di queste aree, più che altro in ottica delle loro potenzialità inespresse.
I fondi di coesione non sono consistenti e non bastano però, serve una connessione tra politica europea e nazionale per rilanciare in modo sano i paesi vuoti. Non è questione di redistribuzione o di politiche compensative, è dare acqua a delle piante che fioriranno, prima o poi. Il ruolo dell’UE è più che altro quello di indirizzo, in ottica di inquadrare risorse, incatenandosi anche alla sfida di un ambiente più sostenibile”.
“Il problema – secondo il ricercatore del forum diseguaglianze/diversità Fabrizio Barca – è che le realtà considerate sono uniche, con le proprie logiche, le proprie energie vive. Sembra quasi che fino ad oggi si sia scritta una sceneggiatura infinita, senza mai lasciar iniziare il film. Manca il coraggio di fare scelte forti, dai sindaci fino ai vertici europei. L’Italia è fatta di mille mondi serve un piano strategico, di ampio sguardo, per cambiare le prospettive di chi vive in queste zone, restituendo potere decisionale sottratto alle grandi aziende. Il bivio in sostanza è quello tra creare opportunità o mortificare, ignorare e abbandonare questa enorme potenziale ricchezza: non solo materiale, ma di saperi, tradizioni e consuetudini che fanno parte di una più condivisa sfida sociale”.
PAESOLOGIA
(da Treccani.it)
L’arte dell’incontrare e raccontare i paesi e i luoghi, percepiti come centri di vita associata immersi nel territorio e nella storia e interpretati fuori da ogni rigido schema disciplinare. ◆ Franco Arminio ha 43 anni e si definisce “paesologo”. La paesologia, racconta, è una “scienza difettosa”: consiste nell’andare nei posti piccoli, uno dopo l’altro, e guardare, ascoltare, scrivere. Detto così, sembra facile: invece è semplice, cioè il contrario di facile. Arminio fa gesti semplici: quando arriva nei paesi scende dalla macchina, entra nei bar, parla con le persone, interroga i sindaci, descrive le case e i negozi, trascrive le insegne dei negozi e le scritte sui muri; trascrive anche le facce che incontra e la forma delle piante, delle pozzanghere, il tempo che fa. Arminio, insomma, è uno scrittore […]. (Domenico Scarpa, Stampa, 9 agosto 2003, TuttoLibri, p. 4) • Tra le motivazioni più suggestive, quella relativa a Franco Arminio, cui «si deve la paesologia, combinato disposto di arte dell’osservazione, riflessione disincantata, ostinata residenza e flânerie, passione e compassione umana e civile». Arminio, animatore del seguitissimo blog “Comunità provvisoria”, è stato tra i protagonisti della protesta dell’estate scorsa contro la creazione di una discarica al Formicoso in Irpinia. (Giovanni Chianelli, Repubblica, 31 maggio 2009, Napoli, p. 9) • [tit.] Franco Arminio racconta la Paesologia e la strategia delle Aree Interne. (Pesaroggi.it, 3 dicembre 2016, Eventi) • Arminio è un paesologo. Più esattamente è l’inventore della paesologia, una disciplina nata per studiare i paesi, luoghi dove “se ne sono tutti andati, specie chi è rimasto”. È una sorta di agiografia della geografia, sacralizzazione dell’umano: è l’uomo al centro del creato, o almeno di quanto è riuscito anche lui a creare. (Simone Di Biasio, Huffington Post.it, 15 marzo 2017, blog).
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