Prs replica a Whirlpool e Mise per confermare il suo progetto
L'azienda che doveva subentrare a Napoli parla di una joint venture con partner cinesi che avrebbero investito oltre 30 milioni di euro

Sulla chiusura dello stabilimento di Napoli da parte della Whirlpool, torna in campo Prs sa, la Passive refrigeration solutions S.A, la startup che doveva rilevare il ramo d’azienda della multinazionale americana, con una risposta indirizzata al Mise e ai dirigenti di Whirlpool Emea , dopo l’annuncio che Napoli continuerà a produrre lavatrici.
PRS CONFERMA LA VALIDITÀ DEL PROPRIO PROGETTO
PRS Passive Refrigeration Solutions S.A. prende atto di quanto comunicato dal Mise e delle dichiarazioni rese da Whirpool, che concordano nel proseguire la produzione di lavatrici nello stabilimento di Napoli, pur in presenza di una situazione che, nel lungo termine, confermano essere insostenibile.
Il progetto industriale della PRS, solido e con forti prospettive di crescita, è stato validato sia a livello nazionale che internazionale, ricevendo numerosi riconoscimenti dall’EURECO-ISA a Napoli, dall’Istituto Agronomico del Mediterraneo di Bari, dalla Cooperazione Italiana, dalle Nazioni Unite (UNIDO), dalla Commissione Europea e dal Usa Patent Office.
A livello industriale e commerciale, il progetto e il relativo patent industriale sono stati oggetto di un lungo ed elaborato assessment da parte del Governo Cinese, prodromico all’avvio di una JV nella quale il Partner Cinese ha investito oltre 30 milioni di Euro, confermando a sua volta la solidità del progetto.
Ulteriori Iniziative industriali con primari Player internazionali sono attualmente in corso di negoziazione sia in ambito UEE che extra UEE.
La scelta degli investitori di PRS era ricaduta sul sito di Napoli in virtù della posizione geografica della città, baricentrica nel Mediterraneo, e della sua dotazione portuale, coerente con il trasporto navale. Altri elementi di forza erano stati individuati nell’esperienza pluriennale e nella cultura operativa della manodopera proveniente da una multinazionale leader nel settore.
Un ulteriore vantaggio per il territorio sarebbe l’impatto sull’indotto, derivante dalla richiesta di produzione di migliaia di container all’anno, sul traffico portuale, sulla politica agricola per le esportazioni delle eccellenze agroalimentari e sull’attività di ricerca e sviluppo, in campo farmaceutico e automotive, che sarebbe potuta nascere in collaborazione con l’Università Federico II di Napoli.
PRS e le persone partecipanti al progetto non sono in grado di confermare che la loro disponibilità nel prendersi carico della situazione dello stabilimento di Napoli rimarrà invariata nel periodo ipotizzato dal Governo per la ricerca di un’alternativa, visti i tempi necessari per la realizzazione della propria iniziativa industriale.
Restano infine tutte le perplessità sui giudizi espressi rispetto al piano PRS in assenza di un esame dei contenuti e della tecnologia.
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