Ragione ed emozione, l’architettura di Franco Purini

Ha parlato innanzitutto ai giovani architetti il grande architetto romano, nell’incontro di ottobre di Thinking Varese che si è tenuto mercoledì 23 a Villa Panza

Franco Purini a Thinking Varese

(Foto di Stefano Anzini)
Ha parlato innanzitutto ai giovani architetti Franco Purini, nell’incontro di ottobre di Thinking Varese, che si è tenuto mercoledì 23 ottobre alle 19 a Villa Panza.

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Tirando le fila di una carriera straordinaria, che vede un primo periodo di formazione e confronto con i grandi dell’architettura italiana del novecento e poi un lungo lavoro in collaborazione con la moglie Laura Thermes, che dura dagli anni sessanta a oggi, Purini sottolinea con levità i punti cardini della professione: «Prima di fare un progetto, l’architetto deve preoccuparsi di costruire un linguaggio: se non lo fa, il suo lavoro diventa casuale, caotico e non aiuta a raggiungere l’obiettivo del nostro lavoro: migliorare l’abitare umano».

Per raggiungere questo linguaggio, Purini racconta la sua storia, che è una storia di confronti: «Io sono di quella generazione dove era possibile confrontarsi con quelli che sarebbero diventati personaggi importanti a livello mondiale, semplicemente frequentando la zona di piazza del Popolo. Un periodo dove il confronto era facile e orizzontale, e ci si poteva incontrare e scambiarsi parere con Fellini o altri geni della creatività, senza filtri. Poi, gli intellettuali hanno smesso di parlare al bar Rosati o al Tridente, e hanno cominciato a parlare nelle trasmissioni televisive. Questa è stata una grande perdita per Roma»

Quello della sua gioventù fu un periodo movimentato, trascorso in studi dei mostri sacri dell’architettura e in diverse città: «Ma la formazione stessa è sempre un periodo movimentato, ed è attraverso queste esperienze che si costruisce il proprio linguaggio» ha puntualizzato.

Il suo lavoro prende l’ispirazione dal razionalismo: che non è pura funzionalità ma concretezza legata alle emozioni, ben dimostrata dalle opere di Terragni, o dalla filosofia di Le Corbusier: «”Ragione ed emozione” è un concetto di Le Corbusier che sposo pienamente» ha infatti confermato Purini.

Le prime opere mostrate, quindi, sono state i suoi disegni di studio e preparatori dell’epoca della gioventù: che anticipano molte volte anche le correnti artistiche, prima ancora che urbanistiche o architettoniche.

Questi studi «Che sono per me ancora ora fonte di ispirazione» spiega, sono confrontate con una delle principali opere recenti: Eurosky, il primo grattacielo residenziale di Roma, costruito all’Eur e mantenuto “in stile” anche se la sua principale caratteristica è l’estrema sostenibilità: «Un concetto fondamentale di questi tempi, anche se non necessario “tout court” per un architetto».

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 24 Ottobre 2019
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