Rischio idrogeologico del Tresa: al via il progetto Interreg tra Italia e Svizzera
Prende il via venerdì 4 ottobre con un incontro all'Antica Rimessa del Tram la fase operativa del progetto Interreg "A cavallo del fiume Tresa: prevenzione e gestione comune delle emergenze"
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Entra nella fase operativa venerdì 4 ottobre il progetto Interreg “A cavallo del fiume Tresa: prevenzione e gestione comune delle emergenze”
Durante l’incontro, che si terrà all’Antica rimessa del tram di Lavena Ponte Tresa dalle 9.30 alle 12.30, verranno presentate ed analizzate una serie di criticità dell’area attorno al fiume che marca il confine italo-svizzero, e che anche nel recente passato ha creato problemi di frane e smottamenti, con un impatto importante su tutta la zona, tanto in Italia quanto in Canton Ticino.
L’incontro, che si aprirà con i saluti istituzionali e l’intervento delle autorità di gestione dei progetti Internet Italia Svizzera e dalle 10.30 si entrerà nel vivo parlando della frana di Cadegliano Viconago – Cremenaga, con la ricostruzione degli ultimi eventi, i risultati degli ultimi studi idrogeologici e la presentazione degli interventi per il monitoraggio. Un ulteriore blocco di interventi affronterà gli interventi di difesa delle sponde a valle del Comune di Cremenaga in prossimità della confluenza del torrente Lisora, uno degli affluenti svizzeri del Tresa.
Il progetto, che vede coinvolte la Provincia di Varese, la Comunità montana del Piambello, l’AiPo – Agenzia interregionale per il fiume Po, e il Dipartimento del territorio della Repubblica e Cantone Ticino, è particolarmente importante, perché il Tresa, regolato da un manufatto la cui gestione è affidata al Canton Ticino, è un luogo ad alto rischio idrogeologico.
Dal 2000 la principale criticità è rappresentata dalla frana di Cremenaga – Cadegliano Viconago con ripetuti eventi che hanno interrotto la viabilità della provinciale 61 che collega Lavena Ponte Tresa a Luino: “Nell’ottica di possibili sviluppi futuri – spiehgno i reponsabili del progetto – gli studi geologici hanno ipotizzato diversi scenari che comprendono anche la formazione di un’occlusione della sezione sezione di deflusso del fiume a seguito della frana con il coinvolgimento dei pozzi ad uso potabile e in caso estremo una tracimazione con conseguente ondata di piena con la possibilità di danni alle persone e alle cose. L’obiettivo del progetto è la riduzione del rischio e dell’impatto; il monitoraggio dei fenomeni e la definizione di un protocollo operativo transfrontaliero in caso di crisi. Infatti le conseguenze in casi di eventi non si limitano al fiume ma interessano anche le infrastrutture presenti in particolare quelle viarie”.
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