Accuse e repliche nel centrodestra e in consiglio la maggioranza va in parità
Le notizie giudiziarie di giornata, la replica indignata del sindaco e i contaccolpi nelle file di Forza Italia si addensano al momento del voto, su un appalto decennale

A Gallarate, con l’inchiesta “Mensa dei poveri” ancora aperta, la maggioranza traballa. Nessun cambio netto di fronte, ma l’atteggiamento critico di alcuni uomini di Forza Italia, aggiungendosi ai “battitori liberi” di Libertà per Gallarate, rischia di far saltare il banco.
Primo segnale: giovedì 7 novembre il centrodestra non è stato in grado di garantire la maggioranza sul voto sulla pregiudiziale presentata dal Pd sull’affidamento di un appalto (questo). Dodici voti a favore della pregiudizionale, dodici contrari. Tutto rinviato al 14 novembre, prossima convocazione del consiglio.
Seduta tesa da subito, va detto. La giornata si era aperta con la notizia di nuove dichiarazioni ai magistrati dell’ex assessore Petrone, a carico del sindaco Cassani. E subito dopo – metà mattina – con l’annuncio inatteso dal tribunale di Milano, dove il Gup ha rifiutato i patteggiamenti annunciati negli ultimi mesi per molti imputati di Mensa dei poveri.
Il sindaco Cassani ha contrattaccato con forza. Già in mattinata aveva dato un implicito segnale di soddisfazione per le notizie dal tribunale (post facebook sintetico e appena allusivo – “Ops…” – ma che non è sfuggito a molti). In consiglio ha sfoderato subito parole nette contro i maggiorenti di Forza Italia finiti nei guai: «Laddove dignità e credibilità sono venute meno, si è disposti anche a dichiarare le peggiori menzogne pur di provare a salvaguardare la propria sopravvivenza» ha esordito Cassani.
E dalle file di Forza Italia subito è arrivata una bordata, con Leonardo Martucci – già assessore ai temp di Mucci – che nella fase delle comunicazioni ha annunciato l’addio alla maggioranza. «Lascio in netto disaccordo con una serie di scelte che mio malgrado ho dovuto accettare: avevamo chiesto condivisione delle scelte strategiche ma non c’è stato».
E dunque: arrivati al voto sull’appalto del verde (valore notevole, affidamento per dieci anni), la mossa della pregiudiziale avanzata dal Pd ha scoperto le carte. È bastato il voto favorevole – alla pregiudiziale – da parte di Giuseppe Lorusso (già smarcatosi da Forza Italia, con tensioni) per ottenere una parità. Non va dimenticato che dalle file della maggioranza si erano già sfilati, nella sostanza, i “ferrazziani” di Libertà per Gallarate. E non solo: nelle file dell’opposizione mancava la consigliera di Città è Vita Matelda Crespi. Se gli scenari si riproponessero settimana prossima (con Crespi presente), il voto potrebbe mettere in crisi la maggioranza.
Fin qui il piano politico, ma è chiaro – anche dalla giornata di ieri – che lo scenario giudiziario ancora non definito rischia di rendere più instabile il quadro.
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